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Ogni giornata alla Juventus riapre il dibattito sulla fascia di capitano, un simbolo che nel nuovo ciclo bianconero ha perso il suo tradizionale custode. Il "toto-capitano" può sembrare una rottura con il passato, ma riflette perfettamente la filosofia di rinnovamento voluta da Thiago Motta. Non è solo una questione di assenze: è una scelta meritocratica, in cui la fascia viene affidata a chi dimostra di meritarla. Promuovere uno non significa bocciare gli altri, un messaggio chiaro che abbraccia il cambiamento di questa Juve.

Nel derby contro il Torino, Koopmeiners è diventato il sesto capitano stagionale, pur avendo solo cinque mesi di esperienza con i colori bianconeri. Una decisione che segna la rottura con la tradizione e sancisce l’idea di una fascia "senza padrone". Motta ha mantenuto il riserbo fino alla fine, ribadendo alla vigilia: "In assenza di Locatelli, lo vedrete domani chi sarà il capitano". E così è stato, in un’annata dove il ruolo di capitano si è trasformato in un simbolo dinamico e condiviso.