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La Juventus ha intrapreso in maniera sempre più convinta e forte una politica di sostenibilità. Da questo punto di vista, un modello da seguire è quello dell'Atalanta, che da sempre ma ancora di più negli ultimi anni, riesce a finanziare il mercato in entrata attraverso cessioni remunerative. L'ultimo esempio clamoroso è quello di Hojlund, acquistato un anno fa per 17 milioni e ceduto per 70 in estate. Un'operazione che ha permesso alla squadra di Gasperini di rinforzarsi con altri acquisti come Scamacca, De Ketelaere e El Bilal Touré, Holm e Kolasinac. 

A dimostrazione di quanto l’attività di scouting della società bergamasca si efficace. Come scrive Tuttosport,  parte dalla Lombardia, si estende a tutta la nazione con oltre ottanta società affiliate, nell’idea di valorizzazione del territorio, fino ad arrivare con una rete capillare di osservatori dal centro Europa all’Africa, dalle Americhe fino in Asia. Con l’arrivo di Cristiano Giuntoli la Juventus, che ha già una buon gruppo di professionisti dello scouting, spera di colmare il gap con l’Atalanta sotto questo aspetto.

Dall'altra parte però, anche il club bianconero può essere un modello da seguire. Lo è stato per l'Atalanta, che da quest'anno ha la squadra under 23 seguendo quanto fatto dalla Juve ormai diversi anni fa. Sono gli unici club ad aver puntato su questo progetto, che almeno per la Juve fin qui è stato più che positivo. Un investimento ripagato dai giocatori cresciuti e che adesso sono in prima squadra (Fagioli, Miretti, Yildiz, Huijsen) ma che può portare anche risorse economiche attraverso le cessioni. Proprio come fa l'Atalanta con lo scouting. Due modelli che non si contrastano ma che anzi, possono convivere ed intrecciarsi.