commenta
«Se dire le cose che si pensano significa essere duri, allora sono duro. Preferirei dire che sono dritto, coerente. Quando sono entrato nel calcio non ho avuto la presunzione di dire: “Adesso cambio il calcio”, ma sono anche altrettanto fermo nel dire che il calcio non cambierà me. Io non faccio altro che seguire con grande disciplina la linea che ci siamo dati, soprattutto in un mondo in cui le abitudini diventano regole e servirebbe invece che le regole formassero buone abitudini. Poi c’è chi non mi conosce e dice cose terribili o bellissime, ma mi passa tutto. Dicono che non sia competente di calcio, per esempio. Beh, sostanzialmente è vero. Non devo essere io competente di calcio, devo esserlo Cherubini, deve esserlo Pavel, che si siede accanto a me durante le partite e mi spiega un sacco di cose. Lo dico ufficialmente, così non ci sono equivoci: non sono competente di calcio, ma so quello che voglio e so come lo voglio ottenere. E so quello che penso e il calcio non mi farà star zitto». Parole di Maurizio Arrivabene, ad della Juventus, nell'intervista a Tuttosport