Ma stavolta, diversa, è stata anche la risposta del numero 10. Che per un'ora siede in panchina e poi incassa l'affetto incondizionato dello Stadium, seppure a ranghi ridotti, quando si alza per il riscaldamento. "Resta con noi", gli cantano i tifosi, dopo il consueto boato al suo ingresso in campo. Questa sera il gelo dura giusto qualche istante, quelli che seguono l'inatteso 1-2 della Sampdoria. Ma poi la Joya fa di nuovo quello che sa fare meglio: gol. Nessuno sguardo glaciale, questa volta l'esultanza c'è. Rabbiosa, forse anche eccessiva. Nessuna Dybala mask, ma un "vamos" liberatorio cui fa seguito un gesto con cui l'argentino arringa i tifosi. E come se non bastasse, un gesto da capitano vero: il rigore ceduto al compagno Morata, che segna e ringrazia.
È forse, tutto questo, una sorta di pentimento per la non esultanza di sabato scorso? O un'ulteriore dimostrazione di quanto l'argentino sia fondamentale per la Juventus? Questo soltanto Dybala lo sa. Da qui al tanto atteso febbraio si giocherà ancora: Paulo - questo è l'auspicio - segnerà ancora; Arrivabene, con il suo tono pacato e fermo, parlerà ancora? O sarà la società tutta a mettere fine a questo duello inconsapevole e a distanza, mettendo tutti d'accordo in un senso o nell'altro? Domande che presto troveranno risposta. Con parole, gol e... esultanze.