VOGLIA DI RITORNO
Calciopoli, la ricostruzione, lo Stadium da gestire (dopo un'ottima intuizione) e le vittorie. Conte e Allegri. Da Del Piero a Buffon a Cristiano Ronaldo. Quei successi, prima sorprendenti, sono diventati diretta conseguenza di un'onda crescente, che AA è stato in grado di cavalcare, con le persone giuste al suo fianco. Le fotoricordo da comodino non tengono conto però delle ore, dei giorni, dei mesi e degli anni. Sono passati via in un attimo, un flusso di incoscienza, durato quanto un regno illuminato: il tempo di splendere e di generare il disastro. Con la più spettacolare delle esplosioni. Ecco: da tutte le parole, dalle risposte che aspettava solo di dare - quante volte le avrà ripetute tra sé e sé, quelle domande? -, il fatto che non ammetta un singolo errore è forse la notizia peggiore possibile. L’elaborazione è ancora rabbia. La presa di coscienza latita. Le ferite sono persino fresche. È un amante ferito, in tutto e per tutto. Convinto del tradimento altrui e non ancora dei suoi sbagli. Era evidente con la risposta-tweet di fine dicembre, dopo la vittoria della Superlega sull’Uefa. È evidente sempre più oggi, rileggendo l’intervista al FT: sente il suo percorso non ancora concluso, per la sua squadra del cuore non ha mai smesso di lavorare, progettare, immaginare. Mai sottovalutare un orgoglio così. Ecco perché tra Agnelli e la Juventus forse non è davvero finita.. In campo e non solo.