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Il rettore dell’Università Statale di Perugia, Maurizio Oliviero, ha parlato anche a Tuttosport della vicenda Suarez, spiegando il coinvolgimento personale e della Juventus.
 
TELEFONATA - «Da parte di un mio conoscente che fa parte dello staff della Juventus (sul nome Oliviero è irremovibile “se qualche autorità me lo chiederà sono pronto a farlo, solo a loro”, ma in serata è emerso che è stato contattato da Federico Cherubini, ndr) il quale mi chiede se alla Statale c’è la possibilità di sostenere l’esame per la certificazione di conoscenza della lingua italiana: ha bisogno di questa informazione su richiesta dell’entourage di un giocatore. Io gli rispondo che si è confuso, che non è la Statale ad avere questi corsi, ma che posso metterlo in contatto con l’altra Università di Perugia. Chiamo la rettrice e poi Olivieri (direttore generale dell’Università per Stranieri, ndr), che conosco da anni, al quale dico che è una buona occasione per dare lustro alla città. E li metto in contatto».  
 
PIU' CHIAMATE - «Sì, qualche giorno dopo mi chiama per chiedermi un consiglio su come gestire la presenza di Suarez visto che si tratta di un personaggio pubblico. Chiamo il conoscente che mi ha cercato al quale riferisco la domanda, si conviene per la riservatezza e il garbo. E’ pur sempre la Juve». 
 
ALLUSIONI O PRESSIONI PER PASSARE -
«Assolutamente no. Non ho ricevuto alcuna sollecitazione, esplicita o implicita, che potesse lasciare intendere qualcosa di diverso rispetto alle semplici informazioni». 
 
LA CHIAMATA - «Per la prima volta, sono venuto a sapere che anche lui era tifoso bianconero. E mi sarà scappato anche la frase “con questo attaccante vinciamo la Champions”, ma era una battuta, in quel momento parlavo da tifoso...». 
 
QUEL 'DOBBIAMO AIUTARLO' - «Mi riferivo al supporto e al sostegno nei corsi, ritenevo che bisognasse mettergli a disposizione dei docenti affinché potesse prepararsi. Mai ho pensato a facilitazioni in maniera illegale: la mia era una preoccupazione in totale libertà, senza retropensieri. Per altro in un Ateneo che non era neppure il mio».  
 
CHIAMATA PARATICI - «Ma non è vero. Il mio conoscente mi ha chiamato, qualche giorno dopo l’esame di Suarez, per ringraziarmi visto che l’entourage del giocatore era rimasto colpito per l’accoglienza ricevuta presso l’Università per stranieri. E in quella occasione è intervenuto Paratici in viva voce: è stata una telefonata di cortesia durata pochi secondi. Niente altro. E invece si è fantasticato sopra». 
 
LA JUVE - «Ho letto di intercettazioni che trovo aberranti, mi hanno chiamato suoi colleghi che mi chiedevano quante volte al mese parlavo con i dirigenti della Juve e a quanti ricevimenti ho partecipato. Ma io non li conosco: posso anche aver detto, interfacciandomi con Olivieri, “mi ha chiamato la dirigenza della Juve”, semplificando, ma ovviamente mi riferivo alla mia conoscenza personale».