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"Ancora è troppo presto per fare bilanci". Dopo tre partite giocate in Asia, tra allenamenti a temperature altissime e viaggi dettati dagli sponsor, forse Maurizio Sarri poteva chiedere poco di più alla sua Juve. Che ancora non è vera Juve e non solo per il gioco espresso contro Tottenham, Inter e Team-K League. Qualcosa di nuovo si è visto. Accenni di pressing alto, qualche scambio stretto tra attaccanti e centrocampisti. Ma il lavoro da fare è ancora tanto e soprattutto mancano ancora interpreti importanti della Juve che verrà, al netto delle sirene di mercato: Paulo Dybala, Douglas Costa e Aaron Ramsey aspettano il rientro di Sarri e della ciurma bianconera a Torino. A quel punto inizieranno dieci giorni di vera preparazione prima dell'amichevole contro l'Atletico Madrid (10 agosto) e quella di Villar Perosa.

PROMOSSI - Primi sprazzi di sarrismo, dunque. E primi, primissimi verdetti di una trasferta che, come detto, può dire tutto e non dire niente viste le condizioni in cui tutte le squadre, non solo la Juve, hanno giocato e si sono allenate. Un primo punto sulle prime tre partite dell'era Sarri, però, si può già fare. Oltre ai giovani in gol oggi, tra i più positivi di questa tournée c'è senza dubbio Merih Demiral che contro Tottenham e soprattutto Inter ha conquistato i tifosi bianconeri che l'hanno paragonato ad un altro duro amatissimo dal popolo Juve: Paolo Montero. Bene, benissimo, anche Cristiano Ronaldo che segna due gol in due partite e si prende la copertina anche nel giorno in cui sta in panchina e sbuffa guardando l'esultanza al gol di Cesinha. E poi c'è un altro grande "vecchio", Gigi Buffon che para due rigori contro l'Inter. Il numero uno Szczesny, ha invece subito due eurogol: uno segnato da Kane e l'altro da Osmar. In Asia ha brillato anche Gonzalo Higuain, autore di un gol e di prestazioni 'di fatica'. Il Pipita ha sudato per dimostrare alla Juve che lui vuole rimanere.

BOCCIATI - Tutto il contrario rispetto a Mario Mandzukic. Fuori dal progetto tecnico, lento e pure un po' svogliato, almeno a vederlo da fuori. Super Mario ha capito di non essere nel progetto di Sarri e non sembra aver voglia di mangiare l'erba per far ricredere sia il tecnico che la società. Ancora in fase di rodaggio, invece, Miralem Pjanic, uno che dovrebbe essere il perno centrale della nuova Juve di Sarri. "Nella mia testa deve toccare 150 palloni a partita", disse Sarri alla sua presentazione in bianconero. Per ora Mire ne tocca meno e tanti li sbaglia pure. Al netto del gol segnato oggi, ha lasciato a desiderare anche Blaise Matuidi. Lento di testa e di gambe. Si è salvato, appunto, con il gol "di schiena" segnato su cross di Federico Bernardeschi, uno che ci ha messo l'anima ma che è stato sempre bloccato dal suo vecchio difetto: negli ultimi 30 metri potrebbe essere molto, molto più decisivo. Rimandato anche Daniele Rugani, sempre troppo timido anche con il suo mentore in panchina.

IN BILICO - Alti e bassi invece per Adrien Rabiot che ha mandato in curva il rigore con l'Inter ma ha pure ben figurato davanti alla difesa. Al posto di Pjanic, appunto. Anche De Ligt è da rivedere anche se di fatto è partito un giorno dopo il suo arrivo alla Juve ed è ovviamente quello con più alibi. La Juve ha subito quattro gol in una partita e mezzo con lui in campo. Uno l'ha segnato proprio lui (autorete contro l'Inter) ma il tempo è assolutamente dalla sua parte. Anche Joao Cancelo ha giocato sulle montagne russe. Ottima la prestazione con il Tottenham, un po' peggio contro Inter e Team-K. Ma siamo solo all'inizio, tra un mese promossi e bocciati potrebbero scambiarsi. Ora più che mai dipende da loro.

@lorebetto