SUPERLEGA - "Nasce proprio dall’esigenza di un cambiamento sostanziale. Con la qualità aumentano anche i ricavi, il calcio torna a essere appassionante, ad attrarre i giovani".
FILOSOFIA - "Le vittorie, i titoli sono l’unità di misura del lavoro dell’allenatore. Chiaro che giocando bene è più facile ottenere il risultato. Io diverto quando vinco. Ad ogni modo non mi ritrovo in alcuna sottocategoria. Il bravo allenatore è quello che adatta il gioco alle caratteristiche dei giocatori. Se ho Modric e Kroos non posso pretendere di fare pressing alto. Sarei un idiota se con un attaccante come Vinicius, che ha un motorino sotto i piedi, non puntassi sul contropiede. Ti faccio un ultimo esempio: se davanti ho Ronaldo studio il modo di fargli arrivare spesso la palla, non gli chiedo di sfiancarsi con i rientri. Non ho mai coltivato un’ideologia. Il guardiolismo, il sarrismo. Il mio credo è l’identità di squadra".
JUVE - "Non è squadra da alti e bassi, il suo specifico è la continuità, non la bellezza. Periodo brutto, ma la crisi di risultati è fisiologica, la Juve è entrata nella stagione del rinnovamento, dopo tanti anni di successi. Per lo scudetto la corsa è a tre, non escludo il Napoli, anche se la perdita di Osimhen è grave. Spalletti sta facendo un grande lavoro. Aurelio ogni tanto lo sento. In amicizia".