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Pietro Anastasi, ex centravanti della Juventus, si è raccontato al Corriere dello Sport, parlando della partita con la Roma, dei giocatori bianconeri e non solo... Ecco le sue dichiarazioni: "La malattia? Ne ho parlato perché non c’è nulla di cui vergognarsi. Quella contro il tumore è una battaglia che purtroppo stanno affrontando tante persone. Quando vado alla visita e vedo dei ragazzi di trenta, quarant’anni nelle mie stesse condizioni capisco di essere stato fortunato. Io di anni ne ho settanta, ormai, la mia vita l’ho vissuta ed è stata una bella vita, ho avuto tanto. Sia chiaro che non ho alcuna intenzione di dargliela su, in questi giorni sto abbastanza bene anche se mi stanco facilmente. Sta meglio anche mia moglie Anna che la sua disavventura l’ha superata. Anche quando giocavo: ero un centravanti che lavorava per la squadra, ero moderno già allora. Mi rivedo in Dybala. La gente mi vuole bene forse perché sono sempre stato corretto e leale. (Si interrompe, riprende). Da quando si è saputo della malattia alcuni mi trattano come se fossi un divo, una specie di supereroe, francamente non capisco il motivo, mi sembra tutto così eccessivo: vivo la condizione di tante persone, non c’è nulla di eroico in quello che faccio. Mi curo, lotto... Sarà un modo come un altro per mostrarmi vicinanza, affetto. Ma parliamo di pallone, dài". 
 
JUVE-ROMA - "Ricordo un 2-2 con due miei gol. Il 3-2 per la Roma, nel ’74? In quel periodo le distanze tra le squadre erano ravvicinate, non come adesso. Oggi la Juve ha 46 punti e la Roma 24, e se domani la Juve vince la doppia; è incredibile, dopo sole 17 giornate. La differenza te la spiego io, si chiama mentalità. Anche la Juve ha attraversato dei momenti in cui effettivamente era e si sentiva perdente, ma negli ultimi otto anni è via via cresciuta sbagliando pochissimo sia in campo sia fuori… Insieme all’Inter questa Roma è la delusione del campionato". 
 
INTER - "Può stare a quattordici punti dalla Juve quando mancano tre partite dalla fine del girone di andata? E poi è pure uscita dalla Champions in quel modo. Chi giudica accettabile questa prima parte della stagione dell’Inter non ha rispetto per il club e per la sua storia. L’anno scorso di questi tempi l’Inter era seconda, se non sbaglio. Non sbaglio, no. La Juve adesso rappresenta giustamente l’Italia in Europa e in Champions ha un’occasione quasi unica, visto come stanno andando il Real, il Bayern… Certo, con una Juve così straripante, e da anni, il campionato perde d’interesse, è inevitabile".

RONALDO - "Penso che il suo arrivo abbia comunque fatto bene a tutti. Anche se... Non è ancora il Ronaldo del Real, non gioca bene, per me è al 70 per cento. Molte cose gli riescono con più difficoltà e non per via delle marcature italiane o sciocchezze del genere. Poi, inutile sottolinearlo, ha dei colpi mostruosi". 
 
JUVE - "Sono juventino da sempre, quante volte l’ho ripetuto. Quando la Juve veniva a giocare a Catania facevo il raccattapalle e lo guardavo con gli occhi di chi sogna di poter un giorno essere un campione. Ho conservato a lungo la sua foto nel portafoglio al posto di quelle di mia moglie e dei miei figli e devo dire che loro non gradivano. Però, vedi, tornando ad oggi la gente ha voglia di rivedere un’Inter vincente, un Napoli vincente, una distribuzione diversa dei titoli".