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Maurizio Sarri e la Juventus sono due mondi che ancora stanno iniziando a conoscersi. Due mondi diversi che per questo hanno bisogno di tempo per allinearsi. Certo, le vicissitudini di mercato non stanno aiutando. Anzi. Le mancate cessioni, che negli ultimi giorni sono state argomento di discussione tra l'allenatore e la dirigenza bianconera, costringeranno Sarri a una gestione della rosa per niente semplice, almeno fino a gennaio. In questo senso il tecnico toscano era stato chiaro, in rosa c'erano troppi giocatori: bisognava sfoltire. E, come raccontato da Ilbianconero.com, l'aveva fatto capire più volte anche a Paratici.

CONFLITTI - Troppi giocatori in rosa significano una gestione umana e tecnica più complessa e l'imbarazzo di cui aveva parlato dopo la sconfitta contro l'Atletico a Stoccolma è rimasto. Sarri è un tipo diretto, tutti lo sanno. Anche durante la sua prima conferenza stampa in bianconero aveva spiegato che le pieghe del suo carattere non sono sempre semplici da gestire. "A volte sono una persona anche troppo diretta - disse -. Questo porta a scontri ma sono scontri risolvibili. L'irrisolvibile è sempre il non detto".

PROBLEMA ABBONDANZA - In questi giorni è tornato ad allenare alla Continassa, non felice per la rosa extralarge che si ritrova e che non avrebbe voluto . Da Emre Can a Mandzukic, sono ancora tutti lì. Il nuovo allenatore bianconero è abituato a lavorare in un altro modo: Sarri non ama dover gestire rose troppo profonde - l'esperienza a Napoli è un esempio - e nella Juve di quest'anno in alcuni ruoli ci sono addirittura tre giocatori a disposizione. E' questo il motivo principale per cui tra Sarri e la Juventus non c'è ancora la massima sintonia, nonostante l'ultima vittoria in extremis contro il Napoli. Come disse lui, però, l'importante è parlare. Le incomprensioni si risolvono solo così. Solo il tempo dirà se sarà abbastanza..