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Un percorso chiaro, netto e tracciato. Da chi? Da Allegri e dalla società, insieme. E' quanto ha raccontato lo stesso allenatore bianconero che in conferenza stampa ha probabilmente scritto un nuovo capitolo di quelle conferenze che diventano immediatamente virali sui social, per restare poi un trend topic negli anni successivi. 

Oggi, alla vigilia della gara contro la Fiorentina, l'ultima prima della sosta, non ha solo risposto alle domande sulla partita e sul ragazzo del momento, Matias Soulé - di cui ha detto: "Lui è un ragazzino bravo. Ora lasciamolo tranquillo, sennò facciamo l'errore che facciamo con tutti i giovani: giocano tre partite e sono da Pallone d'Oro" - ma anche ritracciato la sua filosofia sulla maturità calcistica. Ha iniziato spiegando: "Ripeto, fino alla noia: è una legge non scritta, fisiologica, che un giocatore a 25-26 anni inizia a trovare una maturità. Ma deve fare tante partite per arrivarci. Non è che se fa 3 partite diventa bravo. Poi l'eccezione è chi è fenomeno a 20 anni".

E proseguito con un lungo discorso, rivolto più che ai giovani, a chi li carica di aspettative. Obiettivo? Non bruciarli. E allora ecco il passaggio centrale sull'U23: "Molto importante, anticipa la crescita dei ragazzi. Poi dalla seconda squadra, dalla Lega Pro, i ragazzi devono passare attraverso la B facendo molte partite, poi una A media-bassa. E poi dopo arrivare, e a quel punto lì valuti se il ragazzo può stare nella Juventus o giocare in Serie A, in altre squadre. Questo è il percorso deciso per i ragazzi da quest'anno. Fagioli, Ranocchia... sono in B e giocano ogni domenica. Altrimenti perdono tempo. Purtroppo i ragazzi di oggi, e qualcuno mi darà addosso e sarò bastian contrario, sbagliano se vogliono mandarli a giocare subito in Serie A o mandarli dalla Juventus ai margini della squadra - facendo mezza partita, o una partita - in un'altra di Serie A. Poi magari non giocano e perdono un altro anno. A calcio bisogna giocare, poi se uno è bravo viene fuori. Per questo devono fare un percorso. E questo vale per tutti. Ecco perché tanti giovani si perdono per strada. Gli mettiamo nella testa che dopo 30 minuti nelle big, hanno possibilità di giocare in Serie A. Si dice: invece della Juve, mandiamoli a Sassuolo, Venezia, Empoli! E poi non giocano. E perdono un altro anno. E si perdono per strada. E vengono avanti giocatori che arrivano dalla Lega Pro, Serie B, Serie A. Come si faceva 30 anni fa". Per ultimo un messaggio alle forzature, alle mode: "Ma ora è tutto evoluto, sono mode. Ma le mode... ripeto: il vestito grigio, il vestito blu non passa mai di moda, a quadri sì, a pois sì, a quadri più piccoli... La crescita dei singoli dei giocatori dev'essere quella. Inutile che inventano. Non s'inventa nulla". Un discorso che a molti non è piaciuto e non piacerà, ma anche questo è Max Allegri e questo è il percorso tracciato dalla Juve, salvo eccezioni.