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E' un Massimiliano Allegri in bilico, quello descritto dall'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport. Il tecnico bianconero è atteso da un inverno quanto mai caldo, dopo la delusione e la sfuriata conseguenti alla sconfitta di Doha e ai presunti "mal di pancia" di alcuni giocatori (Paulo Dybala su tutti, alla quarta panchina consecutiva contro il Milan).

PASSO FALSO - Ma basta davvero una sconfitta in Supercoppa italiana per mettere in dubbio l'allenatore livornese? La disfatta qatariota deve sicuramente far riflettere: un ragionamento che riguarderà più lo svolgimento preoccupante del match che non il risultato, maturato ai rigori. La Juventus, come accaduto altre volte in stagione, è apparsa spenta, incapace di sottomettere un avversario inferiore nel momento decisivo. Senza contare che un trofeo perduto rappresenta da sempre una ferita aperta, per un animo storicamente vincente come quello juventino. Al di là del dolore e della ricerca dei motivi che l'hanno provocato, è necessario tuttavia gettare uno sguardo libero da preconcetti al lavoro svolto da Allegri a Torino.

NUMERI - Nelle ultime due stagioni la Juventus è arrivata al mese di giugno con una percentuale di vittorie impressionante. Nel 2014-15 la squadra di Allegri è andata in vacanza con un buon 64,91% di successi totali, considerando cioè tutte le partite di campionato, Coppa Italia e Champions League (conclusa con la finale di Berlino). Nel 2015-16 la cavalcata è stata ancora più impressionante, con il 71,15%. In questa prima parte di stagione i bianconeri, a dispetto delle critiche, stanno facendo ancora meglio: il 2017 allo Stadium comincia con un 75% di vittorie in tutte le competizioni.

MITI DEL PASSATO - La statistica è considerevole, soprattutto se paragonata ai risultati di due leggende della storia juventina, due uomini che hanno vinto di tutto sulla panchina della Vecchia Signora: Giovanni Trapattoni e Marcello Lippi. Ebbene, il Trap nella sua migliore stagione a Torino (la prima, 1976-77) ha ottenuto il 68,63% di vittorie totali. Lippi si è fermato invece al 67,86% del 1994-95, mentre nella stagione successiva (culminata con la vittoria della Champions) i bianconeri hanno vinto "soltanto" nel 56,25% dei casi.

STIMA - Non vogliamo ovviamente mettere Allegri sul gradino più alto, in un'immaginaria classifica "qualitativa" di tecnici bianconeri. I dati servono però a ribadire un concetto chiave: uscire sconfitti da una competizione può capitare, ma è tutto il percorso compiuto da un allenatore a rivelare la bontà del progetto. E se anche Sami Khedira, nell'intervista pubblicata quest'oggi dalla Bild, ha paragonato lo stile di Allegri a quello di Guardiola, il lavoro svolto da Max alla Juventus non può che meritare rispetto. 


@mcarapex