Non esiste settimana in cui Galeone non perori la causa dell'allievo. D'accordo: lo chiamano e lui risponde. Forse gli chiedono solo del mister labronico, forse ha una sola causa da difendere, ma ce ne ha per tutti. In primis, una certa “tirchieria” della società, poi le eccessive pretese di chi pretenderebbe che la Juventus conquistasse lo scudetto dopo essersi classificata quarta l'anno scorso, infine i giocatori non proprio scarsi, però insomma... Non mancano rabbuffi ai soliti ingenerosi dalla memoria corta, che si dimenticano i “5 scudetti, le coppe, le finali di Champions ecc”. Aleggia anche il venticello sul clima interno non proprio idilliaco fra spogliatoio e scrivanie. Basterebbe rispondere che quarto è arrivato proprio Allegri o che un glorioso passato non serve a redimere un mediocre presente, ma il Perry Mason di Allegri non si scoraggia facilmente.
Il dubbio che anche Max sia responsabile del pessimo avvio bianconero non lo sfiora nemmeno. La resa atletica, lo spogliatoio, la disposizione in campo, la campagna acquisti, il braccino corto dopo un goal? Boh! Allegri non c'entra nulla? E allora cosa ci sta a fare? Per carità, non si metteranno certo d'accordo prima di ogni esternazione, nè di certo l'allievo chiede al suo maestro di difenderlo, ma sicuramente si sentono al telefono e, in Galeone, deve scattare un sentimento paterno portato a difendere la propria creatura anche quando non viene richiesto.
La difesa d'ufficio, si sa, è di parte. Però Galeone non sempre è così partigiano come sembra. Infatti ha anche rimproverato il suo pupillo: “Dovevi andare al Real Madrid!”, gli ha detto. Florentino Perez è lì che si mangia le mani perché non l'ha visto arrivare.