“Prima della gara con l’Ajax ho manifestato al Presidente la mia volontà di restare”, lo ha ripetuto per ben 2 volte. Ora attende solo l’ok definitivo del numero uno bianconero “col quale – ha sottolineato – ho un ottimo rapporto, siamo diretti, c’è stima e reciproca sincerità”. Come dire: se non gli vado più bene, me lo comunicherà personalmente. Al momento, però, lui non sembrerebbe prendere in seria considerazione questa ipotesi, pur nella consapevolezza “di non poter piacere a tutti”. E all’interno della dirigenza lui sa di non averli proprio tutti dalla sua parte, pur avendo un rapporto sincero e schietto “con ogni componente della società”.
È talmente certo di restare in sella da avere “già in testa da 6 mesi” il progetto della Juve che verrà, da aspettare solo di presentarlo e discuterne col Presidente la prossima settimana (“non c’è stato nessun rinvio, stavolta semmai si anticipa la discussione”). Aldilà però della riconferma volante, e neanche poi troppo convinta, dal parte del vice pres Pavel Nedved prima del derby, in tutta quest’ultima frizzante settimana, ricca di brusii e fughe di notizie sul futuro dell’attuale allenatore e sui suoi possibili sostituti, non si è registrata nessuna smentita o presa di posizione ufficiale del club.
Silenzio assordante. Vero che Andrea Agnelli è stato totalmente assorbito dai propri impegni istituzionali, però giovedì scorso in Lega avrebbe potuto tranquillamente spendere di nuovo due parole due sul tecnico e mettere a tacere le voci. Invece nulla, ha preferito non rilasciare dichiarazioni sul tema. Se non resta che ratificare la rinnovata fiducia, come Allegri ritiene che debba capitare, allora non c’era davvero bisogno di aggiungere altro.
Impressione personale: nelle parole pronunciate in conferenza dal tecnico, mi è parso di cogliere più i desiderata di Allegri e non piuttosto la certezza matematica che finirà come lui immagina e sembra dare per scontato. “Ho già comunicato al Presidente che sarei rimasto, poi però dobbiamo incontrarci” e siccome “il calcio è fatto di risultati” lui stesso è consapevole “di dover rendere poi conto ad una società”. E la recente eliminazione dalla Champions, insieme alla brutta eliminazione in Coppa Italia, alla fine potrebbero pesare più del 5° scudetto di fila inanellato.
Un dubbio, seppur ben mascherato, sta ronzando probabilmente pure nella testa del convinto Max. Perché un conto era l’umore che si respirava alla Juve prima dell’Ajax, un altro quello creatosi dopo l’Ajax. Resta ora da capire chi bluffa: l’allenatore? La società? La solita stampa pettegola e che, come ha detto Allegri, poi “infiocchetta e aggiusta” come le torna comodo ogni situazione?