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Tengono banco nella Juve, per limitarci all’ attacco, soprattutto Ronaldo, Dybala, Kulusevski e Morata. Con Ronaldo il rapporto è ambivalente: è ancora il più grande attaccante di sempre, ma costa più di 60 milioni all’anno lordi, è il capocannoniere, il professionista con la P maiuscola, ma pensa un po’ troppo a se stesso e la squadra è costretta a girare attorno a lui. Dybala si’, Dybala no: sublime, ma fragile nei muscoli, fantasista, ma poco concreto e poi la tira lunga sul contratto.Il ragazzo Kulusevski ora deve crescere, sì, un prospetto incredibile, ma troppo spesso continua a inciampare nel pallone: sarà finalmente il suo anno? E, infine, Morata: generoso, capace di gran goal, però un po’ troppo precipitoso e forse d’animo troppo sensibile.

Tutto vero, comunque quello di cui si parla pochissimo - come spesso accade - è il più prezioso: Chiesa. Non vorremmo che siccome è stato il miglior acquisto recente della Juve, il migliore dello scorso campionato e, dopo gli Europei, consacrato definitivamente ad un livello internazionale di lui non ci si dovesse occupare. O meglio, invece di garantirgli la sua fascia destra cominciassero gli esperimenti. Non sempre, diciamo spesso, troppo spesso. Insomma, siccome è bravo e soprattutto disponibile, una volta sta a destra, un’altra a sinistra, poi in mezzo al campo un po’ avanzato oppure no, al centro.

Questa, invece, dovrebbe essere la stagione della definitiva consacrazione di Chiesa, il grande campione su cui puntare, senza, magari chiedergli lo sfiancante ritorno sulla linea dei terzini, il raddoppio a centrocampo. Lui avrebbe diritto ad un’ unica scena: quella della sua fantasia, del suo talento, del suo coraggio, della sua velocità. Non facciamo d’un artista un ragioniere (con tutto il rispetto per questi ultimi).