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Nasce "È molto semplice", il manuale delle 32 regole del calcio secondo Massimiliano Allegri. L'allenatore della Juventus ha raccontato tutta la sua carriera in un libro, passando Berlusconi ad Agnelli, dai campioni a quel Ronaldo che è "diverso da tutti". Ma non solo. Il tecnico ne ha parlato in una lunga intervista al Corriere della Sera. 

IL CALCIO E' SEMPLICE - "Con chi ce l'ho? Non ce l’ho con nessuno, dico solo che si rende complicato ciò che è semplice. La semplicità è la cosa più complicata, ma si sta andando verso una direzione non corretta, perché complicare le cose rende ancora più difficile il lavoro. Racconto la mia esperienza di vita, da bambino fino a oggi, e la mia esperienza di calcio, da giocatore e da allenatore. Spero che sia d’aiuto, che serva a qualcuno, non solo nel calcio, ma anche a livello manageriale. Che sia di ispirazione".

ALLENATORE E SQUADRA - "Aziendalista e cinica, per gli altri sono insulti? Hanno modi di vedere diversi dal mio. Un allenatore aziendalista è un allenatore che porta risultati. Io mi reputo un manager dell’azienda Juventus, che alla fine dell’anno deve portare a casa il risultato, non solo a livello sportivo, ma anche a livello di crescita dei giocatori. Risultati che incidono alla fine anche sul bilancio della società".

FERGUSON - "In Italia possibile? Io spero di sì, perché vorrebbe dire rimanere tanti anni alla Juve".

GABER - "I «polli di allevamento»? Perché purtroppo si va verso un’idea di calcio in cui i ragazzi non vengono fatti più pensare. Ma se si fanno crescere dei ragazzi “non pensanti”, poi chi smette di giocare a calcio cosa fa nella vita?".

MODULI? NO, GIOCATORI - "Se non ha giocatori forti? Deve dare un’organizzazione di gioco e avere la lucidità di capire fino a dove possono arrivare i giocatori che ha a disposizione. Quelli che possono arrivare a 7 e devono dare 7, quelli che possono arrivare a 10 devono dare 10. L’importante è che l’allenatore conosca le qualità e il punto fino a dove può arrivare il giocatore che ha davanti. Non possono tutti fare le stesse cose, questa è una legge di vita. Galeone? Ho imparato la semplicità nel trasmettere i concetti alla squadra".

AJAX - "Merito della crescita? Dei singoli talenti all’interno di un sistema che insegna ai ragazzi a giocare a calcio, che non li “meccanizza”".

EMPATIA BRUTALE - "È un concetto molto semplice: al giocatore do quello che gli serve, ma non quello che vuole. Gli scontri nello spogliatoio? Restano lì, sono normali e non ci sono rancori.

COMPIACENZA COME A CARDIFF - "Il compiacersi e la presunzione ti possono far perdere il senso della realtà, non ti fanno mettere a fuoco quelli che sono i punti di forza dell’avversario. Nella finale col Real abbiamo avuto eccessivo ottimismo e sicurezza".

OUTSIDER O FAVORITA - "In Europa devi vincere, come devi vincere in Italia".

CAVALLI - "Ho imparato tanto dai cavalli perché è un mondo in cui ci sono similitudini con il calcio. Dai calciatori ho imparato tantissimo, perché ho avuto la fortuna di allenare molti campioni. E, siccome sono curioso, sapere come ragionano mi ha aiutato a crescere".