LA SITUAZIONE - "Poco ci manca che Allegri sia ormai scambiato per una di quelle lattine bersaglio al luna park: se la colpisci e la abbatti, ti porti a casa un bel regalo. Di solito discreto incassatore, il tecnico negli ultimi tempi è sembrato vacillare un po’ sotto il fuoco non certo amico. Al tiro si stanno divertendo in tanti, con precisione a volte indiscutibile, ma con stile ed eleganza inversamente proporzionali", scrive la Gazzetta. Aggiungendo che i grilli parlanti depositari delle verità sulla Juve sono tutti ex juventini. Avanti il prossimo. E l’unico in silenzio, pur essendo quello che avrebbe più da dire, è Dybala: l’unico che ha pianto all’addio. "Che abbiano ragione o torto - si legge ancora - potevano parlare prima. Il pentitismo ha sempre lo sgradevole retrogusto della convenienza".
DE LIGT - Tutto è partito con De Ligt che una volta andato via ha spiegato più volte, con insistenza sospetta, gli allenamenti bianconeri e le ambizioni non all'altezza, così come la vena troppo difensiva. Perché? "La sensazione - si legge ancora - è che l’olandese, tutto tranne che uno stupido, abbia individuato alcuni problemi seri della Juve. Non che ci voglia un genio per intuirli, vedendo certe partire. Però uno che è diventato capitano dell’Ajax quasi minorenne queste cose le dice in squadra e per la squadra, a rischio di litigare col tecnico. Non dopo".
ACCERCHIAMENTO E... - Lui, ma non solo, perché l'accerchiamento è ben più ampio. E un po’ spiacevole. Certo, Allegri si sta dimostrando lontano dalla prima versione e da migliorare c'è moltissimo, ma anche un po’ di prevenzione mina le opinioni esterne e forse anche quelle di uno spogliatoio che non sembra essere compattissimo. Solo Allegri può rispondere, sul campo, con una Juve molto diversa. "E se qualche giocatore - chiosa la Gazzetta - non ancora “ex” la vede come gli ex farebbe meglio a dirlo subito, altrimenti penseremo che sia d’accordo col tecnico".