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Massimiliano Allegri è probabilmente uno fra i personaggi più divisivi della storia del calcio italiano. O con lui o contro di lui, non ci sono vie di mezzo. Come, in passato, è accaduto ad altri grandi allenatori, primo fra tutti Arrigo Sacchi, il cui avvento nel nostro calcio scatenò una vera e propria guerra di religione fra 'italianisti' e seguaci del vate di Fusignano. Su Allegri il dibattito è aperto da almeno 4 anni, dalla sua ultima stagione del suo primo ciclo alla Juve, quando il pragmatismo e il 'corto muso' iniziarono a prendere il sopravvento rispetto alle proposte di gioco delle annate precedenti (2014-15 e 2016-17 in particolare). Dal 2019, invece, compresi i due anni sabbatici del tecnico livornese, la discussione, a volte anche feroce, è aperta fra 'risultatisti' e 'giochisti', fra #Allegriout e sostenitori di Max. 

IL PARERE DI GUARDIOLA - Oggi anche Pep Guardiola, ospite in Piemonte per un evento della Fondazione Vialli e Mauro, è intervenuto nella querelle: "E' un discorso antico, pensate che Allegri non voglia vincere? Lo stesso discorso vale anche per De Zerbi, entrambi vogliono vincere. Allegri è convinto di poter vincere con le sue idee, idem De Zerbi. De Zerbi non cerca l'estetica, vuole vincere. E credo di poterlo fare giocando secondo quello che è il suo credo. Stesso discorso per Allegri, anche lui vuole vincere. Tutti gli allenatori vogliono vincere, nessuno pensa solo al bello e dice che non gli interessa vincere. Non ho mai visto un allenatore che non vuole vincere o un giocatore che non vuole giocare bene. Sono modi di interpretare il calcio".

I RECORD - In questo inizio di stagione, con la Juve terza in classifica a quota 17 punti insieme alla Fiorentina, la domanda che aleggia è questa: la Juve attuale, con questa rosa, in classifica sarebbe più in alto o più in basso con un altro allenatore? E come potrebeb giocare? 

Intanto Allegri continua a mietere record su record...

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