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Nel gioco dei pronostici su chi vincerà lo scudetto non siamo tra quelli che dicono Juventus. Ha ragione Allegri. E non per scaramanzia. Per dati di fatto, che magari poi potranno essere smentiti, ma la griglia di partenza e qualche partita dicono già abbastanza.

 L'Inter ha due squadre o quasi, la Juventus nemmeno una completa. Basta che s'infortuni un giocatore e la coperta diventa immediatamente troppo corta. La campagna acquisti ha rafforzato la stessa Inter e il Milan. La Juventus ha comprato Timothy Weah, che, per adesso, non gioca titolare. Può contare sul recupero di Chiesa, ma è la stessa squadra dell'anno scorso, quarta sul campo.

 Il concetto di “riposo”, in Italia, è qualcosa di sacro e qualcuno vorrebbe che diventasse un fattore determinante per la conquista del prossimo scudetto. Non è così. Determinante è la squadra e la rosa juventina è inferiore a quelle di Inter, Milan, Napoli. Può vedersela con la Lazio e con la Roma.

 E' inutile sognare dopo una buona partita, perché poi ne arriva un'altra appena passabile e una assai mediocre.

La prestazione con l'Atalanta è stata un perfetto remake della Juventus da quarto posto dell'anno passato. Un film già visto anche l'Allegri del dopo partita al quale è perfettamente inutile chiedere di dire la verità. Siccome, forse con qualche ragione, non gliene importa niente di parlare coi giornalisti e con gli spettatori, butta lì che per “60 minuti abbiamo fatto bene e i ragazzi sono stati bravissimi”. Di buono, invece, c'è stato solo il risultato perché undici giocatori suonati dall' inizio alla fine sono riusciti a strappare un pareggio.

Le ragioni di questa mediocrità ormai triennale sono le solite: un centrocampo inadeguato, una linea d'attacco corta, un reparto arretrato che difende coi denti e imposta coi piedi (in senso metaforico). Una volta può apparire più aurea, un'altra più plumbea, ma mediocrità resta sempre.

 Non bastano Magnanelli e “qualche giorno in più a disposizione per provare gli schemi” come dice Chiesa, anche se alla facciata comunicativa l'ottimismo si addice sempre.