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Una furia. E poi furiosamente felice. Massimiliano Allegri è stato il protagonista occulto di questo Salernitana-Juve: imprescindibile per il carattere trasmesso, impressionante per il quantitativo emotivo che investe nell'attimo più duro. No, non è più la maschera impassibile di un tempo: le difficoltà di oggi lo investono in maniera feroce, gli danno il peso mostruoso delle responsabilità. E lui risponde, anche di pancia, anche sbracciando, persino arrabbiandosi coi suoi. 

LE PROFEZIE - Però qualcosa, ecco, oggi lo conforta e un po' lo riscalda nel freddo gelato del vento salernitano: aveva ragione sul cambio di marcia di Vlahovic, così come sulla tenuta mentale della squadra. Proprio così ha ri-trasformato la Juventus: ridando solidità e mentalità, fondando un nuovo credo, anche più offensivo, su quel dna che gli ha sempre sconquassato le squadre (e in positivo). Dare le chiavi di questa Juve a Locatelli è stato un atto dovuto, e ha funzionato; riaffidarsi a Vlahovic, anche stasera, è stata una scelta giusta e giustificata dagli eventi. Non che ci fossero poi tanti dubbi - davanti a tanto talento, certe profezie si fanno facili -, ma pungolarlo sul cambio di passo ha portato benefici immediati e chiari. Per Kean ci sarà tempo: l'ha detto proprio Max. 

MACCHIETTA - Max che in panchina non è rimasto un secondo, Max che ha urlato e sbraitato, che l'ha fatto pure con Vlahovic e Di Maria, i due di fatto più decisivi dell'intera serata. Il motivo? Voleva tutti sull'attenti, il rischio risalita della Salernitana - spinta da un pubblico incredibile - era ancora vivo, e vive ancora in Allegri la paura di ritrovarsi a perdere tutto quel lavoro già prodotto e pronto da portar via. Non ne vuole, di beffe. Ne ha già avute abbastanza. Ecco perché si è fatto riprendere da buffa caricatura, subito dopo una palla sanguinosa persa davanti alla propria area; ecco perché ha dovuto alzare ancora la voce, mentre tutto attorno sembrava festa fatta. Ecco perché, oggi e più di tutti, oltre qualsiasi discorso tattico, resta il leader maximo della Juventus. Piaccia o non piaccia. O piaccia a metà.