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Il capro espiatorio fu inventato dai romani. Detto così non fa certo una gran figura, quindi preciso per benino. Sopraggiungeva un periodo di carestia e le cibarie scarseggiavano? Si andava a cercare la causa nelle colpe di cui il popolo si era macchiato e si sacrificava un ovino maschio, il capro appunto, su cui convogliare le mancanze generali, alla divinità che dimostrava di gradire il sacrificio, facendo piovere o aumentando la quantità del raccolto.

Ecco, proprio come ai giorni nostri. Si sguinzagliano i giornalisti che intervistano il popolo dei tifosi e individuano un malcontento senza ragione, che cova privo di fondamenti. Poi, dopo una sonora batosta in terra spagnola, nella quale gli interpreti in campo passano in secondo piano, onde dare una spiegazione plausibile e chiarificatrice della debacle, si prende di punta l'allenatore, soggetto del malcontento, autentico archetipo del “capro espiatorio” e lo si sacrifica sull'altare della completa catarsi senza appello. Cosa è la catarsi? Usare il vocabolario, prego.

La differenza tra gli antichi e noi sta nel fatto che, mentre per i nostri progenitori la scelta del capro era del tutto contingente e mirata solo all'ottenimento dei favori del dio di turno (che non è il dio adorato da Turno, re dei Rutuli ed avversario di Enea, prima che Roma nascesse), oggi in pieno clima di evoluzione della specie, il capro viene scelto a priori, poi lo si mette nella rimessa di casa e lo si tira fuori quando fa comodo a spiegare la grande sfiga che avvinghia il destino comune.

Fuor di metafora: la Juve perde malamente, che più malamente non si può. Non un rimprovero verso i componenti della squadra è così atrocemente tagliente come quelli riservati e riversati al mister. Quasi come se gli insulti e le contumelie fossero tenute in un cassetto a portata di mano per essere aperto in un attimo. In altri termini, pregressi, coltivati e privi di scadenza.

Mi pare di sentire Jerry Calà che canta: “E' tanto che aspettavo un'occasione così”. Ah, davvero, ci voleva proprio una bella scofittona, attesa come la pioggia per i campi, per avere ragione a prendersela con quell'acciuga livornese, colpevole di aver preso il posto di quell'eroe che è scappato con la scialuppa, lasciando la barca in mezzo al mare. Lui sì che era uno juventino vero (prossimamente  su una panchina di Milano, ma questo è un altro film), mica questo mezzo milanista che non ha mai visto la Juve se non da avversario.

A nulla vale rammentare 4 scudetti, forse 5, 4 coppe Italia e 2 supercoppe. E' la Champions che non ha vinto! Perchè, Lippi non ha perso 3 finali? Capello cosa ha vinto? Conte non ha forse visto i sorci verdi oltre che la neve sul Bosforo? Ecco, una caratteristica saliente dei capri espiatori sta nella loro inesorabile costanza, se si decide che siano capri espiatori, rimangono tali per l'eternità.

Dice: quindi Allegri non ha colpe per la figura di palta di Madrid? Al contrario, ne ha molte e tutte insieme. Non mi prolungo su quali, tanto basta chiedere ai sacerdoti di Eupalla, dea dedicataria del sacrificio. Allegri ha mandato la squadra a cercare la rete. Eggià, doveva fare un gioco di attesa. Ma se Allegri avesse atteso e il risultato gli avesse dato torto, quegli stessi non direbbero ora che sarebbe stato meglio attaccare? Anzi, così facendo avrebbe dimostrato di essere un pauroso. Invece ha snaturato la sua indole, ha provato a vincere esponendosi alle puntate dei colchoneros ed uscendone sconfitto. Ed i soliti sono qui a prendersela con lui per il troppo osare. Se attacca non va bene, se attende non va bene, se non  specula è un temerario, se gestisce è uno sparagnino. Della serie: si può sapere che cosa volete?

Un capro espiatorio, si vuole un capro espiatorio. Che venga buono in tutte le occasioni per coprire la pochezza di contenuti che albergano nelle scatole craniche e di cui parlare per simulare alla grande di saperne qualcosa. Per quanto mi riguarda, dopo una notte pressoché insonne (rivedendo come in un incubo tutte le immagini dello scempio), ho partorito la certezza di un ritorno in uno stadio finalmente degno di tal nome, con un popolo che spinge la squadra e non abitato da annoiati tifosi in sciopero, una squadra finalmente messa in campo per distruggere e gli spagnoli in preda al terrore. Sono un sognatore? Forse, ma se non va come detto, saremo tutti capri espiatori, iniziando da chi odia il mister, l'autogol più clamoroso che si possa confezionare. La Coppa dei Campioni va meritata, anche dai tifosi, sempre che non siano in giro a cercare un capro da sacrificare.