RISALITA - Già, dallo Spezia in poi per invertire la rotta. A chi lo chiede? A Chiesa, che è impressionante per talento e accelerazioni, ma troppo monodimensionale e poco centrato sui momenti importanti della partita e sulla fase più difensiva. A De Ligt, che è ritenuto forte ma con margini di miglioramento e, ora, ancora sotto Bonucci e Chiellini. Loro due in primis, perché sono i due grandi esclusi dai titolari con il Milan, quelli che per talento, investimenti e potenziale non possono e non devono star fuori. Ma non sono i soli...
GLI ALTRI - Poi ci sono gli altri. Da Kean a Kulusevski, tanto per nominare i primi due da cui Allegri vuole un salto: il primo non è ancora pronto per prendersi un posto da titolare nella Juve, il secondo si deve reinserire nell'ambiente e ripartire dai tanti gol segnati al Psg e dalla prima esplosione alla Juve, vissuta da subentrante in grado di dare il suo apporto alle gare e di deciderle. E ancora Rabiot, Bentancur, McKennie: tutti giocatori che devono cambiare rendimento, approccio, incisività. Se Allegri nel post partita contro il Milan ce l'aveva soprattutto con i tre cambi (Chiesa, Kean e Kulusevski), il messaggio che ha voluto mandare è più generale: "Esigo che chi sta in campo abbia rispetto per chi sta in panchina e viceversa. È un senso di rispetto e responsabilità". Ecco, il tema non è mai tecnico, quasi mai, ma di motivazioni, personalità e maturità, che fa il paio con la gestione dei momenti.
DELUSIONE - Allegri è rimasto deluso diverse volte in queste prime gare, ha ammesso i suoi errori e strigliato chi vuole che riparta. Già dallo Spezia, una "sfida salvezza" che è già la più importante di queste settimane. Del resto, non potrebbe essere altrimenti visto che si parla della peggior Juve per rendimento degli ultimi 60 anni. Il messaggio è chiaro, vale per i giocatori da cui cerca risposte e un po' anche per se stesso: non sono più ammessi errori.