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Ci sono di mezzo contratti, soldi e impegni presi da ambo le parti. Anche nel momento più complesso, anche quando tutto sembrava rompersi: Massimiliano Allegri si è appeso alla Juventus e la Juventus si è appesa a Massimiliano Allegri. La fine della passata stagione sembrava essere il punto e a capo sull’esperienza bianconera del tecnico livornese che, invece, si è ripresentato puntuale alla Continassa per ricominciare a lavorare; protetto da una, in parte, nuova dirigenza che si è stretta al suo fianco.
 
Come detto, ci sono soldi e contratti, ma non solo. L’intenzione di Allegri è filtrata mesi fa: non cancellare quanto di buono fatto nel suo primo ciclo e dimostrare di poter ancora vincere, lasciare la Juventus magari, ma con nuovi trofei in bacheca.
 
Adesso è evidente: è cambiata radicalmente la comunicazione perché sono cambiati gli obiettivi. Non si parla di scudetto, lato Juve emerge solo la ferrea volontà di aggiudicarsi un posto tra le prime 4 e, di conseguenza, la qualificazione alla prossima nuova, ricca, Champions League. Una boccata d’ossigeno per le casse del club.
 
E di conseguenza sono cambiati gli obiettivi personali di Allegri, quella che vuole sia l’eredità da lasciare al club bianconero. Lo ha ripetuto in conferenza stampa alla vigilia del Lecce ma ne aveva parlato in precedenza: quello che il tecnico livornese vuole lasciare, che sia quest’estate o la prossima alla scadenza naturale del contratto nel 2025, è una squadra matura, in grado di aprire un nuovo ciclo vincente. Da una parte c’è la consapevolezza di non avere carte in mano per fare all-in e vincere; dall’altra la voglia di lasciare, se non un trofeo, almeno le fondamenta per ripartire. Un passo indietro per farne due avanti, per riconoscenza ma anche per soddisfazione personale, una rivincita, inevitabilmente.