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Alle origini di Manuel Locatelli. Lucio Bove, ultimo allenatore di Locatelli all’Atalanta, racconta a SportWeek: “Aveva già qualcosa in più: tirava fuori dei colpi che non ci spiegavamo, anticipava le letture di gioco. Il primo gol alla Svizzera costituisce un esempio di quel che dico: apertura al volo su Berardi con un cambio di campo di 35 metri, poi cinquanta di corsa per raccogliere il passaggio di ritorno e fare gol. In vent’anni che sono nel calcio non ho mai visto da vicino un giocatore elegante come lui, così armonioso nel rapporto del suo corpo col pallone. In un torneo in Austria segnò con la punta del piede colpendo al volo in spaccata la palla che rimbalzava a mezza altezza. Insomma, un gol alla Ibra. Mi guardai con Gambirasio, mio collaboratore in panchina, e gli dissi: ‘Come fa uno di undici anni a fare un gol così?’. Una sola volta mi ha fatto incazzare, quando a Viareggio mi fece stare otto ore in ospedale piagnucolando di essersi rotto un piede in un contrasto di gioco. A un certo punto si alzò dal lettino per andare a far la pipì: camminava senza problemi. Il giorno dopo ci fece vincere contro l’Empoli”.