L’avventura bianconera di Vacca è nata nel 2019, e in cinque anni il numero 10 della Primavera ha già vissuto diverse tappe importanti. Tuttavia, come ha raccontato la mamma Elena ai nostri microfoni, la strada è ancora lunga, ma se c’è una certezza, è che l’attaccante juventino sia pronto a percorrerla con tanta determinazione.
Alessio Vacca raccontato da sua mamma Elena
- Fuori dal campo che tipo di ragazzo è caratterialmente? Quali sono le sue passioni?
Ad Alessio piace tanto la musica, caratterialmente è un ragazzo molto determinato ma allo stesso tempo sensibile e altruista. Naturalmente il calcio è la passione più grande di tutte che rimane sempre.
- Come sta vivendo questa stagione e come si trova con Magnanelli e con il gruppo?
Con il gruppo si trova benissimo, alcuni li conosce già da tanto, ma si integra bene. Adesso si trova alla Juve da tanto e qui sta molto bene, con mister Magnanelli è il primo anno e si sta trovando bene: riesce a parlarci tranquillamente senza problemi. Lui deve continuare a dare il massimo perché avere il numero 10 della Juve è importante e lui lo sa. La Juve l’ha voluto e lui è rimasto sin da quando aveva 14 anni. Ha un bel rapporto con i ragazzi, alcuni sono proprio fratelli per lui, come Ripani e Florea, che conosce da tanti anni e con cui ha fatto un bel percorso. Si trova bene anche con i più piccoli, ad esempio con Montero.
- In casa come vivete le sue partite? Qual è stato per voi il momento più emozionante della sua carriera?
Ogni partita è un’emozione grandissima perché noi siamo orgogliosissimi di lui. Noi speriamo sempre che si diverta e faccia bene. L’emozione più grande è stata quando ha vinto il premio come miglior giocatore al torneo Wanda Football Cup nel 2019. All’epoca la Juve lo aveva invitato per provare con loro e ha vinto quel premio, infatti l’anno dopo passò definitivamente alla Juventus. È stata proprio un’emozione forte sin dal momento in cui l’hanno invitato, ma ripeto: tutte le partite rappresentano emozioni forti, e per noi genitori significa adrenalina a mille. - Alessio ha vissuto un infortunio che lo ha tenuto per diverso tempo fuori dal campo: come è stato quel momento e qual è stato il vostro modo di viverlo insieme a lui?
Lui si è infortunato verso la fine di dicembre dell’anno scorso ed è rientrato a febbraio, ma dopo pochi minuti si era dovuto fermare subito e la Juve l’ha giustamente tenuto fermo. Psicologicamente è stato brutto senza dubbio, perché si è ritrovato costretto a non poter giocare, ma sono contenta perché la società l’ha curato e tenuto fermo fin quando non è stato davvero pronto. Lui ovviamente soffriva, ma la società è stata davvero attenta a seguirlo durante questo percorso.
- Alla Juve è arrivato ad appena 14 anni e quest’estate ha firmato il primo contratto da professionista: come è cambiato nel tempo Alessio e quali sono i consigli che gli date in famiglia?
Lui è sempre stato maturo, già da piccolo, e l’esperienza fuori casa l’ha aiutato ancora di più in questo, soprattutto con le tante rinunce. Ha avuto una grande crescita soprattutto a livello di testa: quando era più piccolo aveva più impulsività in campo, ma anche grazie alla Juve è migliorato tanto e loro lo hanno aiutato a superare questa impulsività, ad esempio dopo un fallo brutto o episodi simili. Io lo vedo molto cambiato in questi anni, noi ovviamente a casa gli diciamo sempre che per raggiungere i suoi sogni servono i sacrifici, ma lui questo lo sa e lo fa volentieri perché ama quello che fa. Lui è sempre stato responsabile e la società l’ha aiutato a crescere tanto, soprattutto mentalmente.
- Qual è il sogno di Alessio nel mondo del calcio?
Lui vuole diventare un calciatore professionista a tutti gli effetti, e farlo con la Juve sarebbe un sogno. Ad esempio lui ha molta stima di Yildiz, che ha giocato in Primavera fino a poco tempo fa, e perciò anche Alessio sogna di arrivare in alto, anche perché dopo tanti sacrifici è bello poterne raccogliere i frutti, anche perché i sogni non costano niente.