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Aleksander Ceferin ha parlato a Parigi nel corso del 48esimo congresso della UEFA, tornando a ribadire la propria dura posizione contro la Superlega.

"Quest'anno la UEFA festeggia il suo 70esimo compleanno. Settant’anni di storia, tradizione, passione, unità, coraggio e creatività non possono essere semplicemente spazzati via, soprattutto quando i capitoli più emozionanti devono ancora essere scritti" ha esordito il presidente. "La forza del calcio europeo sta nell'aderenza ad un modello semplice e chiaro, basato su valori comuni. E' la democrazia, dove tutti possono sognare e le vittorie sono ottenute sul campo. Sia a livello di club che di nazionale, siamo ai vertici da decenni. E siamo abbastanza umili da attribuire questo indiscutibile successo al nostro modello unico, un modello basato sulla solidarietà, sugli investimenti, sull'unità, sul merito sportivo, sulle promozioni e sulle retrocessioni. In questo momento, alcune persone stanno cercando di calpestare 70 anni di storia. Stanno cercando di cambiare questo modello europeo di calcio, nonostante il suo successo. Dicono di essere i salvatori del calcio mentre in realtà stanno cercando di scavargli la tomba. Stanno interpretando la vittima quando in realtà non sono altro che predatori. Confondono il monopolio con l’unità. Stanno confondendo elemosina e solidarietà. In Europa conta una sola legge: la legge del mercato. Alcune persone pensano che tutto possa essere comprato. Tutto è in vendita. Le persone non sono altro che consumatori. Questa è una prospettiva sulla vita. Ma non è la nostra. Non è questo il tipo di società che vogliamo trasmettere ai nostri figli. Non è il tipo di Europa che immaginavano i suoi padri fondatori".  Lo sloveno ha poi proseguito: "Il visionario Jean Monnet diceva: "Non c'è futuro per i popoli d'Europa senza unità". Aveva assolutamente ragione. Oggi, alcuni individui stanno cercando di dividerci in nome del libero mercato, spinti da un desiderio insaziabile di generare profitti sempre maggiori per pochi privilegiati. So che alcuni tifosi sono critici nei nostri confronti. Il sentimento anti-UEFA, anti-istituzioni e anti-establishment è diffuso. Ma lo prendiamo alla leggera. Perché sappiamo cosa rappresentiamo. Noi rappresentiamo un ideale; un fragile equilibrio tra interessi opposti. E questo ha un prezzo. I tifosi del calcio non sono stupidi… i tifosi sanno che il calcio non è in vendita. Non puoi comprare i sogni. Non puoi comprare il merito sportivo. Non si possono comprare i valori che rendono il calcio un gioco forte e glorioso. Non puoi comprare 70 anni di storia".