IL TRIO - All'epoca erano lui, Fabio Paratici e Marco Re: il primo per i servizi, il secondo per l'area sportiva, il terzo per i ricavi. Un piano ben delineato, appunto, con una rigorosa divisione delle aree fondata su altrettanti pilastri individuati in professionisti giovani e intraprendenti, capaci di immaginare e rendere visibile al mondo una nuova idea di calcio, con la sfida di trasformare sempre più la Juventus in una media company pienamente inserita non solo nel mercato sportivo ma anche in quello dell'intrattenimento, con lo sguardo puntato su nuove zone del pianeta strategiche come l'Asia e gli Stati Uniti. Tutto ciò, del resto, non era altro che il naturale proseguimento del progetto di rebranding, che ha assunto una veste tangibile nel 2017 con il lancio del nuovo logo e dunque con lo "svecchiamento" dell'immagine del club, proiettata direttamente nel futuro. Tante idee, dunque, per seguire la scia dei grandi club europei già lanciati da tempo in questa direzione, la direzione di un business sportivo dal sapore internazionale, per una Juventus sempre più padrona del mercato e, di conseguenza, vincente. COME È ANDATA - Se ne stiamo parlando, però, è evidente che qualcosa non sia andato come previsto. Sarà stato l'impatto della pandemia da Covid-19, saranno state altre difficoltà interne, fatto sta che il progetto sognato dalla presidenza non è diventato realtà, o almeno non in maniera completa, se è vero che nel luglio 2020 ha salutato il Chief Financial Officer Marco Re, seguito poco meno di un anno dopo da Fabio Paratici e ora, a distanza di altri sedici mesi, da Giorgio Ricci, ultimo vertice rimasto di quel triangolo citato in apertura. Intanto, nel luglio 2021, la Juventus ha nominato Maurizio Arrivabene nel ruolo di amministratore delegato, accentrando ulteriori poteri sul vice presidente Pavel Nedved. Un (doppio) segno del cambiamento dei tempi, di una nuova rotta tracciata in maniera forse inattesa, con tutte le conseguenze del caso. Se sarà la strada giusta, sarà il tempo a dirlo.
Ai saluti Ricci, l'ultimo dei tre pilastri del progetto di Agnelli: come in quattro anni la Juventus ha cambiato rotta
Nel 2018, dunque appena quattro anni fa, era stato individuato come uno dei tre vertici di quel triangolo che avrebbe dovuto rappresentare la base di tutto, per consolidare quel percorso di crescita anche economica che, avviato con la presidenza di Andrea Agnelli, ha visto il fatturato del club passare dai 156 milioni di euro del 2010-11 agli 1.4 miliardi del 2018-19. Ecco, ad oggi di quel triangolo non esiste più nemmeno l'ombra, svanita nel momento dei saluti dell'ultima figura che ancora poteva fare da raccordo tra il progetto e la sua concreta realizzazione. Giorgio Ricci non è più il Chief Revenue Officer della Juventus. Lo ha annunciato lui stesso tramite il proprio profilo Linkedin, salutando e ringraziando la società in cui aveva iniziato a lavorare nel 2003 tra Marketing e Sponsorship, restandoci dodici anni e tornando nel 2015 per poi assumere il ruolo apicale nel 2018, dopo l'addio di Beppe Marotta e la riorganizzazione interna voluta dallo stesso Andrea Agnelli.
IL TRIO - All'epoca erano lui, Fabio Paratici e Marco Re: il primo per i servizi, il secondo per l'area sportiva, il terzo per i ricavi. Un piano ben delineato, appunto, con una rigorosa divisione delle aree fondata su altrettanti pilastri individuati in professionisti giovani e intraprendenti, capaci di immaginare e rendere visibile al mondo una nuova idea di calcio, con la sfida di trasformare sempre più la Juventus in una media company pienamente inserita non solo nel mercato sportivo ma anche in quello dell'intrattenimento, con lo sguardo puntato su nuove zone del pianeta strategiche come l'Asia e gli Stati Uniti. Tutto ciò, del resto, non era altro che il naturale proseguimento del progetto di rebranding, che ha assunto una veste tangibile nel 2017 con il lancio del nuovo logo e dunque con lo "svecchiamento" dell'immagine del club, proiettata direttamente nel futuro. Tante idee, dunque, per seguire la scia dei grandi club europei già lanciati da tempo in questa direzione, la direzione di un business sportivo dal sapore internazionale, per una Juventus sempre più padrona del mercato e, di conseguenza, vincente. COME È ANDATA - Se ne stiamo parlando, però, è evidente che qualcosa non sia andato come previsto. Sarà stato l'impatto della pandemia da Covid-19, saranno state altre difficoltà interne, fatto sta che il progetto sognato dalla presidenza non è diventato realtà, o almeno non in maniera completa, se è vero che nel luglio 2020 ha salutato il Chief Financial Officer Marco Re, seguito poco meno di un anno dopo da Fabio Paratici e ora, a distanza di altri sedici mesi, da Giorgio Ricci, ultimo vertice rimasto di quel triangolo citato in apertura. Intanto, nel luglio 2021, la Juventus ha nominato Maurizio Arrivabene nel ruolo di amministratore delegato, accentrando ulteriori poteri sul vice presidente Pavel Nedved. Un (doppio) segno del cambiamento dei tempi, di una nuova rotta tracciata in maniera forse inattesa, con tutte le conseguenze del caso. Se sarà la strada giusta, sarà il tempo a dirlo.
IL TRIO - All'epoca erano lui, Fabio Paratici e Marco Re: il primo per i servizi, il secondo per l'area sportiva, il terzo per i ricavi. Un piano ben delineato, appunto, con una rigorosa divisione delle aree fondata su altrettanti pilastri individuati in professionisti giovani e intraprendenti, capaci di immaginare e rendere visibile al mondo una nuova idea di calcio, con la sfida di trasformare sempre più la Juventus in una media company pienamente inserita non solo nel mercato sportivo ma anche in quello dell'intrattenimento, con lo sguardo puntato su nuove zone del pianeta strategiche come l'Asia e gli Stati Uniti. Tutto ciò, del resto, non era altro che il naturale proseguimento del progetto di rebranding, che ha assunto una veste tangibile nel 2017 con il lancio del nuovo logo e dunque con lo "svecchiamento" dell'immagine del club, proiettata direttamente nel futuro. Tante idee, dunque, per seguire la scia dei grandi club europei già lanciati da tempo in questa direzione, la direzione di un business sportivo dal sapore internazionale, per una Juventus sempre più padrona del mercato e, di conseguenza, vincente. COME È ANDATA - Se ne stiamo parlando, però, è evidente che qualcosa non sia andato come previsto. Sarà stato l'impatto della pandemia da Covid-19, saranno state altre difficoltà interne, fatto sta che il progetto sognato dalla presidenza non è diventato realtà, o almeno non in maniera completa, se è vero che nel luglio 2020 ha salutato il Chief Financial Officer Marco Re, seguito poco meno di un anno dopo da Fabio Paratici e ora, a distanza di altri sedici mesi, da Giorgio Ricci, ultimo vertice rimasto di quel triangolo citato in apertura. Intanto, nel luglio 2021, la Juventus ha nominato Maurizio Arrivabene nel ruolo di amministratore delegato, accentrando ulteriori poteri sul vice presidente Pavel Nedved. Un (doppio) segno del cambiamento dei tempi, di una nuova rotta tracciata in maniera forse inattesa, con tutte le conseguenze del caso. Se sarà la strada giusta, sarà il tempo a dirlo.