OFFERTA JUVE - "Dopo l’arrivo del fondo Elliott l’input era quello di sistemare le casse societarie, ma, nonostante tutto, abbiamo avuto tanti appuntamenti per parlare del rinnovo. E l’unica cosa che Mino ha sempre messo in chiaro è stata questa: “Il ragazzo a zero non ve lo porteremo mai via, ma vorrebbe che il Milan centrasse la qualificazione in Champions”. Noi siamo andati più volte a Casa Milan e loro sono venuti una volta a Montecarlo e i rapporti erano tranquilli. Almeno fino a quello che è successo a Genova. Il Milan aveva giocato il giorno prima col Benevento e io e Mino eravamo a Genova, dove ci sarebbe stata Samp-Roma, per incontrare Tiago Pinto (era il 2 maggio 2021, ndr). Contestualmente, abbiamo fissato un altro appuntamento, nella saletta privata di un hotel vicino all’Acquario, con Maldini e Massara. Nella testa di Mino c’era l’idea di fare un punto perché il Milan non aveva ancora conquistato la Champions e l’alternativa, visto che non volevamo portare via a zero Donnarumma, era andare avanti con un altro club, ovvero la Juve, che avrebbe sistemato la situazione con uno scambio o un conguaglio (ovviamente previo rinnovo ndr).
L'USCITA DI MALDINI - "Maldini disse: “Mino, noi siamo qua per altro: il capitolo Gianluigi è già chiuso perché noi abbiamo già preso il nostro portiere”. A Donnarumma è crollato quel macigno sulla testa. Noi, oltre alla Juve, che lo avrebbe preso solo a fine campionato se il Milan non fosse andato in Champions, non avevamo fatto mercato su Gianluigi che a gennaio, sempre per non tradire il Milan, non aveva neanche voluto ascoltare un’offerta da futuro svincolato. E sempre lui, dopo quanto successo, ci disse “No, io in Italia non ci voglio giocare più. Alla Juve ci sarei andato solo se il Milan non fosse andato in Champions e dalla mia cessione ci avrebbe guadagnato, quindi ora io in Italia non ci voglio giocare più”. Noi, mi creda, non avevamo proprio niente in mano perché tutti erano sistemati, compreso il Psg che aveva da poco rinnovato con Keylor Navas. Però Mino ha voluto lo stesso giocarsi la carta Nasser e lui, una volta capito che Gianluigi era libero, davanti a noi prese il telefono e disse a Leonardo “Prendimi Donnarumma”.