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A tutto Marco Van Basten. L'ex attaccante del Milan si racconta in una lunga intervista rilasciata all'inserto del Corriere della Sera 7 dove ha parlato anche della differenza tra lui, campione di ieri, e i fenomeni di oggi: "In pratica ho smesso di giocare a 28 anni. Avevo vinto tre Palloni d’Oro. Guardi oggi gli ultratrentenni Ronaldo e Messi, a che punto sono - dice Van Basten - Ronaldo è un grande giocatore. Ma chi sostiene che sia più forte di Messi non capisce di calcio oppure è in malafede. Messi è unico. Inimitabile e irripetibile. Come lui, uno ogni cinquant’anni. Da bambino è caduto nella pentola del genio calcistico". Poi uno sguardo alla sua avventura al Milan, dove con Arrigo Sacchi non si prendeva moltissimo: "«Non c’è mai stato feeling personale tra me e lui. Non mi ha mai dato l’impressione di essere onesto nei rapporti umani. Non era mai diretto. Andava a zig zag. Quando non era contento di come ci allenavamo, se la prendeva con i giovani, con i più deboli, che magari invece erano in testa a tirare il gruppo. Lui non ha inventato nulla. Il modulo che usava il Milan non era né rivoluzionario né offensivo. Schieravamo difensori eccezionali. A farci vincere così tanto è stata sempre la difesa, alla quale lui si applicava molto, dedicando invece poco tempo alla fase offensiva". LO SCUDETTO RUBATO - 'Risultatista' come Allegri o 'giochista?' "I giocatori sono più importanti. Contano solo loro, nel calcio. L’allenatore bravo è quello che li fa rendere al meglio, senza imporre per forza le sue idee". Su quello scudetto vinto dal Napoli che Van Basten è convinto sia stato rubato: "Lo sanno tutti che fu così. Ma nessuno ha mai avuto il coraggio di dirlo. Prima la sceneggiata di Bergamo, con la moneta in testa ad Alemao e il massaggiatore del Napoli che gli dice di simulare un trauma. Poi la nostra sconfitta a Verona. Una imboscata, con un arbitro come Lo Bello che fece di tutto per farci perdere e fischiò in maniera scandalosa. Un lavoro fatto bene".