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Intervenuto a Calciomercato.com, l'ex dirigente della Juventus Luciano Moggi ha fatto il punto della situazione sul calcio italiano: "Non faccio né il medico né il virologo, a differenza di altri. Bisogna stare tranquilli e saper attendere, per poi salvare il calcio. Quando il virus sarà un brutto ricordo, si potrà ricominciare senza problemi. Al momento è ancora difficile fare previsioni. "Il campionato e la stagione vanno finiti, virus permettendo. Al momento il pallone è l'ultimo dei problemi, ma va detto che terminare le partite in programma è fondamentale, soprattutto per quanto riguarda i diritti tv, che sono il vero motore delle squadre di calcio. "Se le partite non venissero disputate, non soltanto i club perderebbero un sacco di soldi, ma anche Sky e Dazn, che hanno comprato i diritti. Bisogna essere ottimisti e possibilisti che, una volta sconfitta questa ondata di virus, si possa tornare in campo per concludere l'annata".

TAGLIO STIPENDI - "La Uefa? "Ne hanno combinate di tutti i colori. Hanno fatto disputare alcune partite a porte aperte quando altre contemporaneamente giocavano a porte chiuse, ci sono state parecchie cose fuori posto, come ad esempio Atalanta-Valencia. Prevenire è meglio che curare, da sempre: le decisioni vanno prese. In Europa non c'è gente di polso, non hanno la mano ferma per decidere. Il taglio stipendi? Questo è un discorso che ognuno fa a casa propria, come crede: la proposta della Lega vale fino a un certo punto. Le società hanno rapporti importanti con i loro giocatori, un dipendente deve rispondere a quello che decide il proprio datore di lavoro. Da questo punto di vista la Juve è stata un esempio: ognuno decide a casa propria, l'AIC da questo punto di vista non ha voce in capitolo". Sui giocatori della Juve che sono rientrati nel proprio Paese ha detto: "Non avevano il virus, hanno chiesto il permesso di tornare a casa e la società glielo ha accordato. Sinceramente non ci vedo niente di strano". In conclusione, l'ex dirigente ha commentato così le intercettazioni relative a Calciopoli che ha pubblicato qualche giorno fa su Twitter: "Io non ho bisogno di mandare messaggi a nessuno, riporto solo la realtà: Calciopoli è stata una grossa farsa, non lo dico solo io, lo dicono tutti. Siccome quando si parla di certe cose bisogna essere documentati, ho voluto mostrare che se pubblico un'intercettazione con giorno e ora, corrisponde alla verità. Ormai Calciopoli è il passato, ma la realtà va ancora riportata. Se qualcuno ha qualcosa da eccepire, perché non mi querela? Non lo fanno perché sanno che ho ragione".