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Calcio ma non solo. Alex Del Piero va oltre: "Abbiamo bisogno di figure come questo Papa, di sentirci uniti in qualcosa che va oltre la nostra quotidianità - ha detto in un'intervista a La Gazzetta dello Sport - Papa Francesco penso che con le immagini della Via Crucis in una San Pietro deserta abbia voluto esporre al mondo le nostre paure e l'invocazione di aiuto. Mi ha colpito molto, come credo chiunque". Alex sta passando la sua quarantena a Los Angeles: "Qui abbiamo vissuto con qualche settimana di ritardo quello che è successo in Italia. Prima è stato sottovalutato il problema, poi è arrivata l'ansia e ora la paura, ma anche un senso di responsabilità su come comportarsi. Passo le giornate insieme ai miei figli portando avanti dei progetti a distanza. Poi social, tv... diciamo che di fronte a chi vorrebbe stare a casa ma lavora negli ospedali non possiamo lamentarci. Con tre bambini in casa, questo periodo mi è servito per scoprire il manuale di sopravvivenza. Dopo essermi ritirato ho messo i bambini al primo posto".

DYBALA E CAMPIONATO - Sulla ripresa del campionato: "E' una situazione nuova, non esiste una logica. Ma in questo momento di difficoltà le squadre devono tirare fuori valori tecnici e umani". Sulla Juve: "Quando Dybala ha segnato all'Inter, il momento complicato se l'era già messo alle spalle. Quella rete deve dargli ancora più consapevolezza che ha qualità straordinarie e deve fare ancora di più conquistandosi il futuro senza limiti. Nessuno regala niente, soprattutto alla Juve. Bisogna dimostrare tutto fino all'ultima partita, a maggior ragione nel pieno della carriera. Paulo ha appena iniziato il suo percorso che migliorerà ancora di più, chiaramente sempre in bianconero. Scudetto? Juve più avanti su Lazio e Inter per qualità assoluta, ma non c'è una favorita. In generale penso sia meglio finire la stagione aspettando il verdetto del campo. La priorità deve essere la salute di tutti, poi bisogna affrontare l'emergenza economica nella quale bisogna considerare anche il futuro dello sport professionistico. Quando i medici danno l'ok credo sia giusto tornare a giocare, nel frattempo si può pensare a come far ripartire un movimento che fa lavorare tante persone. Non bisogna guardare solo al presente, ognuno deve fare la propria parte per il bene del nostro sport".

RICORDI - Sull'aspetto economico: "Penso che sia inevitabile un ridimensionamento generale delle cifre. L'equilibrio tra costi e ricavi non deve garantire sopravvivenza a un club, ma longevità e il non dipendere dai risultati a breve termine. Il pubblico? Il calcio italiano si è isolato dai tifosi, sia per l'immagine sbagliata di alcuni calciatori sia per gli stadi inadatti alle famiglie. Quella gente va ripresa e pensare a una dimensione americana che vede lo sport come uno show, pur mantenendo la nostra specificità e tradizione europea". Focus bianconero: "Tra le mie migliori partite con la Juve scelgo quella con la Fiorentina e la finale di Tokyo contro il River. Ma anche la vittoria con la punizione contro la Lazio nell'anno del mio ultimo scudetto. Con la maglia della Nazionale dico Italia-Germania del 2006 e la semifinale di Euro 2000 contro l'Olanda. In quella partita ho giocato terzino per tutta la gara. Un modo per far capire che senza il sacrificio non si va da nessuna parte".