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Puntuali come l'alba e il tramonto, appena la Juventus si riaffaccia ai piani nobili della classifica, arrivano le polemiche, lo strepito, lo scandalo! E' così, non c'è nulla da fare. E' ancora a 10 punti dalla prima, porta ancora i lividi dall'esclusione in Champions, ma siccome ne ha vinte qualcuna di fila subito si scatenano gli anatemi.

I napoletani sono stati i primi, seguiti a ruota dai laziali. I primi sottoscrivono le lamentale del veronese Bocchetti che invoca due rigori per la sua Hellas. Riferito a Danilo: “In area con le mani può giocare solo il portiere” oppure “c'era anche un rigore di Bonucci!”, “E se quel fallo l'avessero fatto su di lui?” Appunto: di solito i goal buoni (vedi Milik, vedi lo stesso Danilo) alla Juve glieli levano e le punizioni (vedi Cuadrado col Milan) non gliele danno. Ma no! Qui conta lo sparo preventivo: “arrivano gli aiuti!”.

Il regolamento - citato prontamente dal Bianconero - recita, in sintesi, che in area il tocco di mano non significa rigore, quando il tiro è totalmente inaspettato e quando il giocatore opera un movimento conservativo per la propria incolumità, per esempio se sta cascando. I due casi sono presenti nell'azione incriminata di Danilo. Sul secondo rigore invocato, la malafede la fa da padrona: le immagini del VAR sono chiare: la gamba di Bonucci è sopra, in anticipo; quella del giocatore dell'Hellas è sotto e lo tocca dal basso in alto. Non ci vuole una radioscopia o una lente d'ingrandimento per capirlo. Le immagini registrate e viste al monitor dall' arbitro sono limpide.

Al Napoli, però, hanno già paura e continuano col vizio di mettere le mani avanti. Idem a Roma, sponda Lazio, dato che la prossima partita sarà a Torino contro i bianconeri. Qui si arriva addirittura a confondere i giocatori. Il fallo di mano l'avrebbe fatto Alex Sandro e del regolamento agli osservatori di fede laziale “non gliene frega niente, perché l'essenza, lo spirito della regola è quello: chi tocca con la mano in area di rigore commette sempre fallo punibile col penalty”. Non siamo sicuri che la Juve, sui campi verdi, sia davvero tornata all'altezza del suo rango. Sicuramente è ritornata nell'italica paranoia antijuventina che mai tramonta.