ZIZOU CUORE D'ORO - Mauro Falvo, figlio del titolare dello storico ristorante Angelino di Torino, racconta invece un altro retroscena su Zidane: “Sei mesi fa mio padre lo chiamò per chiedergli la maglia numero 7 di Cristiano Ronaldo. Neanche 48 ore dopo è arrivata per corriere, con autografo e dedica. Zizou è di parola e di cuore. Da noi si sentiva a casa: oltre alla pasta, mangiava pesce, filetto e crostata e beveva solo acqua. Per lui cucinavamo anche da asporto: quando sua moglie non aveva voglia di uscire, gli impacchettavamo tutto e lo facevamo arrivare su in collina”.
Zidane raccontato dagli amici di Torino: 'Qui si sente a casa'
L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport va alla scoperta dello “Zidane torinese”, intervistando uno degli amici più stretti del tecnico del Real Madrid, quel Cristiano Bellini che una volta faceva il tassista e ora gestisce il centro sportivo Z5 inaugurato proprio dal francese. “Una volta andò al mercato di porta Palazzo, come faceva quando era a Marsiglia”, racconta: “Lui è così, genuino e semplice”.
ZIZOU CUORE D'ORO - Mauro Falvo, figlio del titolare dello storico ristorante Angelino di Torino, racconta invece un altro retroscena su Zidane: “Sei mesi fa mio padre lo chiamò per chiedergli la maglia numero 7 di Cristiano Ronaldo. Neanche 48 ore dopo è arrivata per corriere, con autografo e dedica. Zizou è di parola e di cuore. Da noi si sentiva a casa: oltre alla pasta, mangiava pesce, filetto e crostata e beveva solo acqua. Per lui cucinavamo anche da asporto: quando sua moglie non aveva voglia di uscire, gli impacchettavamo tutto e lo facevamo arrivare su in collina”.
ZIZOU CUORE D'ORO - Mauro Falvo, figlio del titolare dello storico ristorante Angelino di Torino, racconta invece un altro retroscena su Zidane: “Sei mesi fa mio padre lo chiamò per chiedergli la maglia numero 7 di Cristiano Ronaldo. Neanche 48 ore dopo è arrivata per corriere, con autografo e dedica. Zizou è di parola e di cuore. Da noi si sentiva a casa: oltre alla pasta, mangiava pesce, filetto e crostata e beveva solo acqua. Per lui cucinavamo anche da asporto: quando sua moglie non aveva voglia di uscire, gli impacchettavamo tutto e lo facevamo arrivare su in collina”.
