IL PARADOSSO - Primo, secondo o terzo alla Juve importa poco. Quel che invece importa eccome ad Allegri e alla Juventus è il fatto di avere tra le mani uno dei migliori interpreti del suo ruolo, uno che in poco più di un anno ha imparato a difendere con l'intensità dei terzini italiani e ad attaccare con la forza e la qualità dei laterali brasiliani. Il gol di ieri sera contro l'Empoli è soltanto la ciliegina su una torta che la Juventus ha pagato 26 milioni nell'estate del 2015 e che oggi vale almeno il doppio. L'esplosione di Alex Sandro è sotto gli occhi di tutti tranne che di Tite, tecnico della nazionale brasiliana che non ha ancora convocato l'ex Porto in nazionale da quando ne è diventato CT. Una follia vera e propria se si considera che l'ultima presenza di Alex Sandro risale al 7 Settembre del 2012. Non solo Tite, dunque, non si è accorto del talento del brasiliano ma anche i suoi illustri predecessori hanno snobbato quello che di fatto è l'erede naturale di Marcelo.
IL CONFRONTO - I numeri dei due in questa stagione, peraltro, si equivalgono: due gol e sei assist in 28 presenze per Alex Sandro, sette assist e due gol in 29 presenze, invece, per Marcelo. Il terzino del Real attacca meglio di come difende mentre Alaba, austriaco del Bayern è più simile ad Alex Sandro per completezza nelle due fasi. Anche il laterale di Ancelotti ha numeri in linea con quelli degli altri due: tre gol e sei assist in 31 presenze con il Bayern in questa stagione. Sono loro, in questo momento, a dominare la scena dei terzini sinistri in Europa e nel mondo. Le doti di Alex Sandro le conoscono ormai tutti, solo in Brasile sembrano non accorgersi del talento del proprio connazionale. Un delitto, anche perché nel calcio moderno i terzini che si fanno tutta la fascia sono merce rara, figurarsi, poi, con la qualità Alex Sandro. In Brasile ce l'hanno sotto il naso e ancora non se ne sono accorti.
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@lorebetto