INZAGHI IL FURBO - Simone Inzaghi non sbaglia una mossa nelle dichiarazioni. Dopo Lazio-Juventus si è sentito danneggiato dall'arbitro (per l'intervento in area di Benatia su Leiva), ma non ha detto nulla. Si è rifatto, invece, una settimana dopo, in seguito alle decisioni arbitrali sfavorevoli alla Lazio durante il match con il Cagliari. E lì ha ricordato anche la partita con la Juve. A scoppio ritardato però... Facile alzare la voce quando l'avversario è il Cagliari, ma quando devi prendertela con la Juve, sperando magari un giorno di allenarla, il discorso cambia. Atteggiamento furbo, quello del tecnico piacentino. Ma attenzione, non è detto che paghi: Allegri quando allenava il Milan non si risparmiò nelle polemiche arbitrali contro la Juve, ma poi a Torino ci è arrivato lo stesso. Per la serie: meglio dirsi le cose in faccia che nascondersi dietro una furba captatio benevolentiae.
POCHETTINO LO SCORRETTO - Di segno completamente opposto, invece, l'atteggiamento di Mauricio Pochettino, allenatore del Tottenham, che ha accusato addirittura la dirigenza della Juventus di aver esercitato pressioni sull'arbitro Frych, attraverso una presenza massiccia negli spogliatoio prima del match di Wembley e durante l'intervallo. Da una parte viene da dire: che coraggio! Perché al netto di un possibile rigore per gli Spurs, i due errori più grandi di quella partita Frynch li ha commessi proprio contro la Juve: il macroscopico rigore negato a Douglas Costa e il fuorigioco non segnalato a Kane, con la palla sul palo e sulla linea di porta per quello che poteva essere il gol del 2-2. Da un altro punto di vista, invece, la chiave di lettura potrebbe essere questa: dov'era la dirigenza del Tottenham? Era così lontana dalla sua squadra in un match così importante? A Pochettino non sarebbe piaciuto, forse, avere i suoi dirigenti più vicini?
MOURINHO, L'ANTI POGBA - E veniamo al vincitore della settimana, José Mourinho. Dopo Tottenham-Juve il portoghese ha criticato la qualità del gioco italianista della squadra di Allegri: "Gioca sempre da Juventus. Devi aspettarti che possano vincere anche se non sembra da come giocano". Ora, si può accettare che una critica al tipo di gioco dei campioni d'Italia arrivi da allenatori come Guardiola, o da grandi ex come Sacchi, che hanno vinto e convinto praticando un altro tipo di calcio rispetto a quello della Juve. Ma che il giudizio arrivi da chi ha fatto della fase difensiva e dell'1-0 il suo credo, per un'intera carriera, con parecchi pullman parcheggiati davanti alla propria porta, è davvero il colmo.
Ma, dicevamo, non è questa la colpa più grande di Mou. Il vero 'delitto' calcistico commesso dell'ex allenatore dell'Inter è quello di aver cancellato dal panorama dei big del calcio mondiale Paul Pogba, il gioiello che il Manchester United ha acquistato nel 2016 dalla Juventus per 105 milioni. Il Pogba della Juve era un ragazzo solare che in campo dava spettacolo, con giocate funamboliche, assist e gol. Il Pogba di adesso non ride mai ed è costretto a fare il mediano, mentre il suo ruolo naturale è la mezzala (o, addirittura il trequartista). Sempre lontano dalla porta, Pogba deve lottare per difendere e impostare, più che per far male agli avversari. Nella 'difensivista' Juve, Pogba era un protagonista e un pericolo costante per gli avversari, in Italia e in Europa. Nel Manchester United di Mourinho, Pogba è un comprimario (ieri, contro il Siviglia, è partito in panchina, entrando poi in campo al 60'). E, a un giorno dal suo 25esimo compleanno, la sua carriera come top player internazionale è un punto interrogativo.