LE PAROLE DI CONTE - "Non dimentichiamoci che per Morata questa è la prima vera stagione della sua carriera. Sia con la Juventus che col Real Madrid partiva spesso dalla panchina e subentrava solo se il titolare era infortunato. Stiamo parlando di un attaccante importante e di grande prospettiva ma dobbiamo avere pazienza con lui". In parole più brevi: non è pronto, almeno per Conte, visto che con Allegri in Champions ci ha giocato eccome, arrivando fino alla finale di Berlino 2015, da protagonista.
PARTITE E CHAMPIONS - La partita più importante dell'anno, al Camp Nou contro il Barcellona, Morata l'ha guardata dalla panchina, almeno per 67', entrando solo a 3-0 subìto. Non il massimo per chi è nel pieno della sua carriera, per chi vuole e merita anche una maglia da titolare, anche in quella Champions League che è stata sua già due volte in carriera. Due anni fa, come detto, sfiorava l'impresa a Monaco negli ottavi contro il Bayern, con quella cavalcata che è diventata protagonista anche di una canzone ("Vamos Alvaro" ndr).
4-3-3 E 4-2-3-1 - Ma che ruolo ha Morata? Non è solo una prima punta, ma un attaccante atipico, capace anche di fare l'esterno, grazie a quella progressione devastante. Allegri, alla Juve, l'ha già provato in quel ruolo - anche se più spesso ha orbitato intorno a Tevez - per due esperimenti ben riusciti. Insomma, non proprio un 9, almeno per il tecnico bianconero che ama cambiare e adattare... e che in questo caso potrebbe proprio divertirsi.
A Torino Morata è ancora uno dei pallini, amato in lungo e in largo, ma non solo. Anche lo spagnolo ha nostalgia della Juve, di un ambiente protettivo e familiare in cui è cresciuto tantissimo. Ma un ritorno è possibile? Difficile, ma la suggestione rimane, eccome.