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Il senatore Massimiliano Manfredi, membro della Commissione Antimafia, è stato intervistato dai colleghi di Tuttosport. Il tema, ovviamente, la vicenda Agnelli. Questi i temi più importanti toccati.

INTERCETTAZIONE SONVOLGENTE. MA... - "Vorrei premettere che i processi sia giudiziari che sportivi si celebrano nelle aule e non sui giornali, tuttavia sto osservando che nel frattempo qualcuno inonda le redazioni di intercettazioni che non sono rilevanti e sono dei "falsi scoop". Se chi diffonde le intercettazioni volesse davvero innescare uno scoop, allora dovrebbe tirare fuori l'intercettazione riferita nelle audizioni presso la commissione (quella raccontata da Pecoraro) e che non riusciamo a trovare da nessuna parte e che, qualora fosse autentica, potrebbe dimostrare i contatti fra il presidente della Juventus e la 'Ndrangheta. Se esistesse, naturalmente, perché finora non l'abbiamo trovata e il castello traballa".

SPIEGAZIONE - "La risposta ce la darà la Procura di Torino che è l'unica depositaria della, diciamo, verità, visto che l'inchiesta è stata fatta da loro e la procura federale ha semplicemente ereditato le loro carte, che per altro sono anche a disposizione della Juventus e dell’Antimafia, in quelle carte non c'è, ora la presidente Bindi ha chiesto alla Procura di Torino se per caso esiste del materiale che non d è stato inviato. Aspettiamo una risposta in tempi brevi e si farà chiarezza. Desecretare l'intervento di Pecoraro in Commissione? L'ho chiesto alla presidente Bindi, ma non è stata ancora presa una decisione".

I FALSI SCOOP - "Circolano due intercettazioni. La prima è quella nella quale alcuni media hanno confuso Dominello con Grancini, uno dei leader della curva a cui Agnelli fa riferimento come un personaggio che "uccide". Ora, al di là di qualsiasi considerazione su Grancini che a mio parere è uno di quei personaggi di cui bisognerebbe ripulire le curve, non si tratta apparentemente di un affiliato legato alla N'drangheta e non si tratta della telefonata in questione. Oltretutto mi sembra che in quel dialogo si evinca che la Juventus non sia propensa al dialogo con queste figure e mi sembra un atteggiamento giusto. Nella seconda non è Agnelli che parla, ma è D'Angelo che dialoga con l'ex direttore marketing Calvo che rimane per lo più in silenzio meravigliato. La telefonata risale alla scorsa estate, quando la Juve era intercettata e scattano i primi interrogatori, a fatti già avvenuti. E anche in questo caso mi sembra un dialogo che testimonila buona fede dei protagonisti. D'Angelo è sorpreso e preoccupato dell'arresto dei fratelli di Dominello, come a significare che non c'era consapevolezza delle sue possibili connessioni con la N'drangheta. E sottolinea come loro hanno "sempre parlato con quello incensurato". Insomma, neppure questa è l'intercettazione di cui tanto si paria e non aggiunge nulla in quanto si svolge a fatti avvenuti":