CASO ISLA – La loro storia è legata a doppio filo con quella di Mauricio Isla. La metà del cartellino del cileno appartenente all’Udinese venne riscattata dalla Juve per 4,5 milioni di euro proprio pochi giorni prima del virtuale arrivo a Torino dell’improbabile coppia spagnola. La cifra inizialmente pattuita da Juve e Udinese per il riscatto di Isla, però, era di 9 milioni di euro, una cifra diventata spropositata, nonché una sicura perdita a bilancio, visto il buco nell’acqua fatto dall’ex Udinese con la maglia della Juve. L’acquisto di Djaló (classe 1993) e Hidalgo (classe 1992) è servito alla Juventus proprio per ammortizzare il costo del cartellino di Isla e permettere ai bianconeri di non registrare una minusvalenza una volta ceduto il cileno altrove. I tre milioni incassati dalla famiglia Pozzo (proprietaria sia dell’Udinese che del Granada) uniti ai 4,5 di Isla e al milione e mezzo versato dalla Juve per il riscatto di Pasquato hanno permesso ai Pozzo di incassare i 9 milioni pattuiti per il riscatto di Isla e alla Juve di ammortizzare il cartellino del cileno a bilancio.
FINE CONTRATTO – Dopo la stagione 2014/15 passata al Granada B, Djaló è stato girato, sempre in prestito, prima al Girona e poi al Murcia. La scorsa estate il difensore centrale spagnolo è approdato in prestito al Lugo (Serie B spagnola) dove ha giocato 25 partite. Lo stesso club ha acquistato il cartellino del calciatore a parametro zero questa estate. Hidalgo ha fatto un percorso del tutto simile. Dopo il ‘prestito’ al Granada è passato al Cadiz, squadra dove giocherà anche la prossima stagione ma, stavolta, come giocatore di proprietà e non come un prestito dei campioni d’Italia. I loro addii a fine contratto, tra l’altro, hanno generato un’altra piccola plusvalenza nel bilancio bianconero in quanto i due calciatori non sono stati ceduti ma il costo del loro cartellino è stato totalmente ammortizzato a bilancio dai bianconeri. La storia di Djaló e Hidalgo, insomma, è una storia in cui hanno vinto tutti: i Pozzo, la Juve e gli stessi calciatori che seppur non abbiano mai messo neanche piede a Vinovo potranno dire, un giorno, di essere stati calciatori della Juventus.