MERCATO PAZZO - Hoeness, in un'intervista rilasciata per il quotidiano spagnolo Marca, la scorsa settimana ha sbottato nei confronti dell'affare Neymar, che era già a buon punto, e alla possibilità che Kylian Mbappé fosse venduto per una cifra intorno ai 200 milioni di euro: "Al Bayern Monaco non spenderemo mai 150/200 milioni per un giocatore. Anche se così, inevitabilmente, diventa difficile pianificare una vittoria della Champions". Aggiungendo poi, a rimarcare: "Il nostro obiettivo è essere i campioni di Germania". Anche Carlo Ancelotti, tecnico dei bavaresi, non ha mancato di aggiungere la sua opinione: "Il mercato è completamente pazzo". Se a dirlo è una squadra che ha già speso 100 milioni di euro in questo mercato e quasi 400 milioni negli ultimi cinque anni, vien da pensare che, con i prezzi che corrono, la corsa per assicurarsi i calciatori più affermati al mondo sia una questione per pochi, probabilmente soltanto tra Barcellona, Real Madrid e gli sceicchi sparsi per il continente.
E LA JUVE? - La Juventus, che ha superato i 550 milioni di euro per rivoluzionare completamente la squadra in questi ultimi cinque anni, ha saputo anche saggiamente rientrare dai costi con cessioni mirati ed economicamente soddisfacenti. La speranza, per non dire addio alla Champions League con eccessiva fretta, è quella che il mero acquisto di calciatori affermati tra i più forti al mondo non significhi per forza dare un'identità vincente a una squadra e che condurre un mercato oculato, per quanto ricco di innesti di assoluto valore, continui a essere la soluzione migliore. Le parole di Hoeness, però, sono chiare: non esiste più la certezza di avere una rosa costantemente valida per conquistare la Champions League. Tra i rimpianti per le occasioni sprecate e uno sguardo più complessivo ai tanti grandissimi successi bianconeri degli ultimi anni, s'impone una riflessione. Un mercato "pazzo" come questo non regala certezze. Conquistare per sei anni consecutivi lo scudetto e avere la seria possibilità di ripetersi ancora deve essere, già di per sé, fonte di gioia per i tifosi. Senza abbandonare i sogni d'Europa. Perché i sogni, si sa, restano quanto di più vero esista nel calcio.