“Adesso sì che ci divertiremo”. Parole e musica di Sarri subito dopo la remuntada dei suoi ragazzi contro l’Udinese in contemporanea con il pareggio rimediato dai bianconeri a Crotone. Si tratta della prima “provocazione” sapientemente lanciata dal tecnico dei napoletani nel tentativo di mettere pressione e ansia ai prossimi avversari per lo scudetto. Una sfida dialettica a distanza che dovrebbe lasciar presagire, per la sera di domenica, uno scenario western della serie “Ok Corral” dove ne accadranno di tutti i colori e per tutti i gusti.
Sarri, a differenza di Allegri, è un allenatore che ama trasmettere le sue motivazioni attraverso l‘istinto e la pancia. Una strategia psicologica che talvolta funziona, ma che altre volte può rivelarsi un boomerang perché va a caricare i giocatori di un peso nervoso ed emotivo controproducente. E proprio di questo “Fattore Sarri” dovrà tenere conto Massimiliano Allegri nei giorni della vigilia operando sui suoi ragazzi per fare in modo che non cadano nella “trappola” della paranoia da ultima spiaggia.
Sul fatto che la Juventus, tecnicamente, sia meglio attrezzata del Napoli per vincere la sfida non dovrebbero sussistere dubbi. Sul fatto che i giocatori del Napoli scenderanno in campo “assatanati” e pronti a tutto pur di rifilare ai bianconeri un colpo che potrebbe rivelarsi mortale ci si può scommettere. L’abilità della Juventus, allora, dovrà consistere nel saper fare in modo che tutto il prevedibile furore tecnico e agonistico degli avversari gli si rivolti contro. Il sangue freddo e la lucidità mentale, insomma, farebbero sbarellare il Napoli e annullerebbero le loro micidiali trappole.
Per ottenere un simile risultato, al di là delle battute, credo che la Juventus fin da oggi debba dedicare parte del suo tempo ad un corso accelerato di pratica Zen per metabolizzare i principi fondamentali di una filosofia che permette di sentirsi immuni da ogni tipo di attacco esterno non perchè il nemico possieda armi spuntate ma perché quelle stesse armi non riuscirebbero mai a perforare la nostra corazza. La corazza mentale costruita, con la meditazione, sulla calma più estrema e sulla consapevolezza che a vincere non sono coloro i quali fanno la voce più grossa.
Al proposito consiglierei ai dirigenti della Juventus di fare una telefonata a Caldogno dove, nella sua fattoria modello, vive Roberto Baggio e di ingaggiare il campione-filosofo a tempo determinato per una serie di lezioni sull’utilità e sulle finalità pratiche dello Zen. Roby è da tempo un maestro di tale disciplina e la sua sarebbe certamente la ricetta giusta per trasformare la notte delle stelle cadenti in uno show tutto juventino.