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Da fabbrica del gol a macchina con firma quasi esclusiva: è il destino di questa Juventus e il merito è di Gonzalo Higuain. Il Pipita ha raggiunto quota 29 gol in stagione, di cui 23 in Serie A: negli ultimi 50 anni solo David Trezeguet (nel 2001-02) ha fatto meglio, arrivando a 24. Tutto fa pensare, soprattutto visto il grande periodo di forma - 6 reti tra Napoli, Chievo e Pescara-, che l'argentino a fine stagione abbatterà questo muro, ma tutto ciò può non bastare. Ai tifosi bianconeri il record importa ben poco, per far fruttare i 90 milioni investiti, infatti, servono altri gol pesanti: dopo Napoli e Roma, ora è il turno della Champions League, nella fase che più conta. Uno dei difetti imputabili a Higuain è proprio lo scarso impatto nella competizione più importante d'Europa: 16 gol in 61 partite sono infatti troppo pochi per un bomber come lui - anche se va sottolineato che questo è primo anno dalla sua esplosione in cui ha una squadra con buone possibilità di arrivare fino in fondo. La lente d'ingrandimento, mercoledì sera, sarà dunque posta sul Pipita che contro il Barcellona, soprattutto al Camp Nou, ha un rendimento tutt'altro che stellare...

PIPITA AL CAMP NOU - Diciannove le volte che Higuain ha affrontato il Barça in carriera, più di qualunque altra squadra, 3 quelle in cui ha bucato la loro rete, 0 le volte che ha esultato al Camp Nou. Il suo passato nel Real Madrid, l'ha messo spesso di fronte ai blaugrana, in quella che è la gara più celebre e importante in Spagna: El Clasico. Il Pipita però non ha mai inciso e il bilancio è decisamente negativo: solo 2 vittorie, poi 4 pareggi e 4 sconfitte. Poco incoraggiante come rendimento, se si pensa poi che in un solo caso è stato realmente decisivo, nella finale di ritorno di Copa del Rey del 2012 al Bernabeu. Ma da quell'Higuain a questo c'è un abisso, una crescita esponenziale di istinto e consapevolezza: da quelle briciole in maglia merengues alle 44 presenze stagionali con quelle della Juve, per cui è semplicemente insostituibile. 

Il Pipita tornerà al Camp Nou a quattro anni di distanza dall'ultimo incontro, davanti a sè troverà per la ventesima volta i colori del Barça, ma anche la sua prova di maturità: essere grande dove non lo è mai stato, incidere e gettare la Juve oltre un ostacolo che fino a qualche settimana fa sembrava insormontabile, esultare davanti al Camp Nou, vecchio "nemico" mai vinto.