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La Juve del Santiago Bernabeu è stata bella, bellissima, commovente. Probabilmente la Juve capace di regalare ai propri tifosi le emozioni più intense di tutto questo ciclo vincente, che ormai dura da ben sette stagioni. Più forte delle assenze, più forte dell'avversario più forte che c'è. Al di là di come poi sia andata a finire. Tanto bella e commovente da poter trarre in inganno, a proposito di una squadra che abbia nelle proprie corde ancora una o due stagioni ai massimi livelli europei. Non è così, quantomeno non è così nella sua totalità.

ULTIMO GIRO - Al Bernabeu come nelle prossime sette partite da vincere in campionato per il settimo scudetto e come in finale di Coppa Italia con il Milan, la sensazione è che si stia assistendo all'ultimo atto di un ciclo inimitabile e che solo per sfortuna rimarrà senza successo finale in Europa. Anche solo guardando agli eroi di Madrid, c'è chi sicuramente andrà via o lascerà (Buffon e Lichtsteiner) e chi è ancora in bilico. Ma sarebbe un errore pensare che un exploit come questo possa cancellare mesi di ragionamenti capaci di portare alla conclusione che il tempo del rinnovamento sia questo e nessun altro. Un esempio per tutto: eroico Mandzukic, ma una prova da gigante come questa non può annullare mesi di appannamento ancor più mentale che fisico anche a causa di un lavoro usurante come quello a cui è stato chiamato per oltre un anno al servizio della squadra. Così come da tempo ormai la valigia pronta di Alex Sandro rappresenta una zavorra troppo pesante da gestire, più pesante e influente del bagaglio di talento che in troppe poche occasioni è riuscito a mettere al servizio della Juve in questa stagione. Senza dimenticare tutti gli altri casi aperti, tanti e delicati (scoprili tutti nella gallery).

Grazie Juve, dunque. La notte del Bernabeu è stata una splendida illusione. Ma che non deve illudere oltre: la squadra, questa magnifica squadra, prima deve vincere scudetto e Coppa Italia. Poi deve essere rinnovata.