LA STORIA - Cassata nasce nel 1997 in provincia di La Spezia, a Sarzana, paese di circa 20.000 abitanti. Proprio tra gli Aquilotti muove i primi passi calcistici finché, a 10 anni, non arriva l'Empoli. Scout toscani lo vedono e non hanno dubbi: lo vogliono subito in Toscana. Così lui si trasferisce e inizia un percorso di crescita e maturazione che lo porta a finire nel mirino della Juventus. Dopo 15 presenze e 4 gol con l'Empoli Primavera, arriva a Torino. Era la sessione invernale del 2015 e Fabio Grosso accoglieva quello che lo scorso anno, nella stagione delle tre finali, è stato uno degli elementi chiave. Diventa un'arma in più ed è grande protagonista della cavalcata bianconera: spesso poco reclamizzato, per la Juve di Grosso diviene semplicemente indispensabile.
PLASMATO DA GROSSO - Arriva alla Juve come esterno, preferibilmente offensivo. Un ruolo che in bianconero ricoprirà pochissimo: Grosso lo reinventa. La capacità di leggere le situazioni di gioco, la qualità e la corsa (capace di cambi di passo e 'strappi' che ricordano, con le dovute proporzioni quelli di Kakà, suo idolo) spingono il tecnico a lanciarlo come mezz'ala. È un successo. Cassata (se non per esigenze di formazione) non si sposta più da quella posizione ed è proprio il ruolo che sta ricoprendo, con successo, ad Ascoli, nella sua prima esperienza tra i professionisti. Ma lui è uno che sa fare tanto, quasi tutto, e così occasionalmente lo si è rivisto terzino nella difesa a quattro, esterno in un centrocampo a cinque o come uno dei componenti del tridente d'attacco. Insomma, la duttilità non manca e nel calcio moderno è una qualità molto importante. Se ne sarà accorto anche Klopp.
@Edosiddi