Qualcuno, tra colleghi e addetti ai lavori, ha già vaticinato che,in Russia, non ci andrà nemmeno Paulo Dybala. Complici le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi proprio sul tema in questione dal CT dell'Argentina, Jorge Sampaoli, e da quello che potremmo definire "il suo vice" (se non addirittura il selezionatore in pectore) Leo Messi.
In sintesi: Sampaoli ha fatto capire che Paulo non è un top-player e che sta facendo fatica ad integrarsi negli schemi della nazionale albiceleste, Leo che Dybala gioca sulle sue stesse zolle di campo, e quindi - pestandogli i piedi - non può giocare insieme a lui. Uno + uno = a giugno, in Russia, Dybala potrebbe andarci solo da turista. E, sinceramente, sarebbe un'esclusione clamorosa.
Se Sampaoli non avesse corretto il suo pensiero aggiungendo che Dybala resta comunque nella sua testa e che la porta per la convocazione resta aperta, la bocciatura avrebbe potuto sembrare già definitiva, come qualcuno infatti l'ha già interpretata, e - solo per il gusto di vedere escluso il giocatore più forte della Juventus - gode.
Ciò che a noi juventini interessa è invece come Paulo ha recepito le parole del CT ufficiale, e di quello vero. Non è un dettaglio di poco conto, perché anche dall'umore di Paolino transita questo rovente finale di stagione bianconero. A cominciare già dalle prossime due partite, con Milan e Real, la Juventus ha bisogno del Dybala nelle sue migliori condizioni psico-fisiche.
Di sicuro la pausa gli avrà giovato per ricaricarsi, resta da capire come sia il suo umore. Come tutti gli argentini, pure Paulo è un tipetto caliente: è geloso della sua vita privata, si arrabbia quando l'allenatore lo sostituisce, mal sopporta le critiche, va letteralmente in bestia se uno sponsor minaccia di fargli cause legali. Ecco perché mi preoccupa come abbia preso ciò che han detto di lui Sampaoli & Messi.
Personalmente mi auguro che gliele abbiano fatte girare come le pale di un elicottero, in modo da caricarlo a pallettoni e fargli spaccare il mondo da qui a maggio. Iniziando dal doppio confronto col Real, perché sono quelle le gare in grado di fare modificare radicalmente i giudizi . Un Dybala decisivo con le Merengues, a Torino e a Madrid, rialzerebbe decisamente le proprie quotazioni e tornerebbe a mettere in difficoltà Sampaoli, che quelle due serate sarà incollato alla tv per osservarlo e giudicarlo. Chiaro che poi, come sempre, servirebbe continuità nelle prestazioni successive, ma intanto sarebbe fondamentale incominciare da qui, con due performance da copertina.
A Dybala serve quella che in Sudamerica chiamano la garra, letteralmente gli artigli, intesi come la furia animale, la rabbia. Ecco, a cominciare da Sabato Santo, Paolo dovrà scatenarla tutta in campo, in modo da dimostrare a Sampaoli quanto vale veramente e quanto potrebbe essere utile un giocatore della sua classe alla nazionale argentina, alla luce soprattutto delle sei pere appena incassate dalla Spagna.
Basta coi paragoni prima con Sivori e poi con Messi, lui è Paulo Dybala, mostri al CT, così come a tutti i suoi detrattori (l'Italia ne è piena), chi è per davvero. I suoi mondiali passano dalla Juventus: più sarà decisivo col suo club, più la sua presenza a Mosca con addosso una camiseta della Nazionale sarà probabile.
Sampaoli non ha detto che non lo porterà ai Mondiali, ma che vuole pensarci. E l'unico che potrà convincerlo a caricarlo sul volo per la Russia sarà solo Paulo.
Nelle parole del CT argentino in seconda (o in primis, decidete voi), abbiamo però ricevuto una buona notizia: finché al Barcellona giocherà lui (Messi, ndr) Dybala non ci potrà mai essere un giocatore blaugrana. Un pretendente in meno sul mercato. Grazie, Leo!