IL CASO - Il rinvio di ieri può assumere un significato psicologicamente delicato nel momento in cui il Napoli, vincendo questa sera contro il Cagliari, dovesse prendere quattro punti di vantaggio nei confronti della Juventus. I bianconeri, però, non temono il confronto e, dopo sei scudetti consecutivi, devono mantenere calma e controllo anche in caso di "fuga" partenopea. Certo è che, se la Vecchia Signora dovesse continuare la propria avventura in Champions League eliminando il Tottenham, la corsa al campionato si farebbe ancora più difficile, con un ostico impegno in più ancora da giocare. Soprattutto considerando la scarsa vena della Juventus quando si parla di rinvii.
RINVII MALEDETTI - E' ancora negli occhi di tutti i tifosi bianconeri il 14 maggio del 2000, quando la Juventus annegò a Perugia sotto la pioggia scrosciante. Nessun rinvio allora, se non di un'ora per l'inizio del secondo tempo. La seconda frazione si giocò su un terreno di gioco al limite della praticabilità e venne decisa da un gol di Alessandro Calori, che consegnò il titolo alla Lazio. Andò assai meglio nell'anno del primo titolo di Conte alla Juventus, che aprì il ciclo vincente. Ben tre partite rinviate nel corso della stagione per il maltempo, a Napoli, Parma e Bologna. Non senza polemiche, soprattutto nel primo caso, quando non si giocò a scopo precauzionale nonostante il sole splendesse sulla città. Il risultato fu lo stesso: un pareggio, per tre punti in totale che rischiarono di compromettere il campionato bianconero, fortunatamente conclusosi comunque con la vittoria finale. Non altrettanto lieto fu il caso, sempre con il tecnico leccese in panchina, dell'11 dicembre 2013 in Champions League contro il Galatasaray. Partita rinviata dalla sera prima per neve, condizioni del campo quantomeno avverse e Juventus sconfitta ed eliminata ai gironi da un gol di Wesley Sneijder. L'augurio è che il destino avverso non si ripeta, quando sarà, nella partita contro l'Atalanta.
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