Invece, dopo sei scudetti di fila e tre Coppe Italia consecutive, la Juve va ancora a giocare a Bergamo il primo atto della semifinale della coppa nazionale con il coltello fra i denti. Come se fosse la partita dell'anno. Giusto, da un certo punto di vista, quello per cui vincere allena a vincere e ogni gara va conquistata perché "vincere è l'unica cosa che conta". Giusto, se il traguardo principale della stagione è riaffermare il tuo strapotere all'interno dei confini nazionali, mentre in Champions l'importante è superare la fase a gironi e poi quel che arriva è un di più, perché i "campionati premiano davvero la squadra più forte e costante, mentre in Europa la varabile degli episodi e della fortuna è determinante" (Marotta e Allegri dixit'). Sbagliato, invece, se finalmente a Torino si considerasse la Champions il traguardo principale di ogni stagione, l'unico traguardo addirittura, anche a costo di lasciar per strada qualche scudetto, per non parlare delle Coppe Italia. La Juventus non è ancora eliminata dalla Champions, anche se un 2-2 in casa ti mette più fuori che dentro e per passare c'è bisogno di un'impresa a Londra. Per riuscirci però, da qui al match di ritorno (e poi negli eventuali quarti, e poi ancora nei prossimi anni) saranno necessari un cambio di mentalità e una nuova gerarchia negli obiettivi stagionali.
Per il momento, l'esito del duello di questa puntata di Juventus Fight Club è uguale a quello di settimana scorsa: SCUDETTO E COPPA ITALIA BATTONO LA CHAMPIONS (per società e allenatore). E per i tifosi (anche quelli con il paraocchi), è ancora così?