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Si avvicina la sfida con il Barcellona e El Pais riporta le parole di Leonardo Bonucci in vista del grande scontro contro i blaugrana. Il discorso, poi, ovviamente si allarga. Al Bonucci calciatore e al Bonucci uomo. Con Leo che si apre totalmente.

DESCRIVI BONUCCI - "Qui tutti mi definiscono quasi come un centrocampista prestato alla difesa, ma io sono abituato a giocare così, questo è il mio modo di giocare a calcio. Mi piace tenere la palla, giocarla, ci permette di difendere alto e giocare con più sicurezza, anche se ovviamente devi assumerti dei rischi".

SEGNARE O RECUPERARE? - "Nel corso degli anni sono maturato. Prima mi piaceva di più l'ultimo passaggio, amavo anche essere una soluzione offensiva. Ma come centrale della Juve, dove la fase difensiva è importantissima, ho migliorato le mie abilità difensive e se ora faccio un intervento risolutore che impedisce un gol ho la stessa soddisfazione. Con Allegri alterniamo la ricerca della verticalizzazione con quella del giro palla e io devo prendermi responsabilità e mi diverto".

3-5-2 E 4-2-3-1, DIFFERENZE - "Principalmente ora si rischia di più di pagare l'errore, perché prima in tre era più facile rimediare. Ma in tre dietro l'uno contro uno era più comune di quanto la gente pensi, e spesso ci trovavamo anche con 50 metri di campo alle spalle. E questo poteva creare situazioni critiche".

IL BARCA - "I numeri parlano per loro. Ho avuto la fortuna, o la sfortuna, di incontrarli nella finale di Champions 2015 e siamo stati bravi a contenerli fino a un certo punto. Però quei tre sono tra i dieci miglio al mondo, come Higuain e Dybala. Sono imprevedibili e hanno tanto talento. Dobbiamo ridurre gli spazi a loro disposizione".

MESSI HA CAMBIATO RUOLO - "Bah, Messi è sempre Messi. Anche se cambia posizione può colpirti in qualsiasi momento. Poi c'è Neymar, basta guardare cosa combina anche in nazionale".

SUAREZ - "È un giocatore che non smette di combattere e usa tutto quell oche può: cattiveria, astuzia, fisico. Ma questo non significa che non possiamo affrontarlo. Siamo forti e abbiamo giocatori importanti e con tanta esperienza internazionale. In difesa, per esempio..".

LA MIGLIOR DIFESA - "Per quanto mi riguarda al nostra difesa è migliore. Abbiamo trascorso molti anni insieme e abbiamo dimostrato quello che possiamo fare con questa squadra e anche con l'Italia, dove siamo titolari. E in un torneo dove conta segnare in trasferta questo può essere importante. Alla fine conta avere personalità quando avremo la palla e sacrificio quando non la avremo".

CONFRONTO COL BARCA DEL 2015 - "Trascorrere tre anni con lo stesso allenatore aiuta. Neymar ha fatto un grande salto di qualità,  Mascherano rafforza da due anni la difesa, Rakitic è maturato. Ma credo che questo Barça sia leggermente più debole di quello del 2015. Per mer la squadra più forte è il Bayern e sono sicuro che non avrebbe mai sofferto come il PSG al Camp Nou".

LA JUVE RISPETTO AL 2015 - "La nostra mediana era composta da Marchisio, Vidal, Pirlo e Pogba. Ora è diverso, abbiamo altri giocatori, siamo maturati e sappiamo gestire meglio la palla e capire quando difendere o attaccare".

CAMP NOU - "Sarà la mia prima volta al Camp Nou. Verratti mi ha detto che non ti fanno mai vedere la palla e non può fare grande pressione perché il campo è enorme". 

IL CALCIO - "Certo, amo il calcio. Di tanto in tanto mia moglie mi insulta perché le poche volte che sono a casa metto la tv alla ricerca di qualche partita. Ma il calcio, dopo la salute, è la cosa più importante della mia vita. Era il mio sogno da bambino, mi permette di essere conosciuto e riconosciuto e essere importante per una squadra. Non so cosa farei senza il calcio". 

LA MALATTIA DI MATTEO - "Sono stato tre o quattro giorni senza testa. Ed è la testa che muove le gambe. Fino a quindici giorni dopo l'operazione, quando hanno iniziato a vedere un'evoluzione, non ero interessato a venire ad allenarmi, né al calcio. Ho sempre odiato stare in ospedale anche quando ero piccolo cercavo di evitarlo. Ma in quei giorni non si poteva fare diversamente e non potevo essere tranquillo e sereno. Matteo ora sta bene e la nostra famiglia è più unita che mai. Questa mattina dormivo quando è salito con un gran sorriso a svegliarmi, come ogni giorno, e ti rendi conto che questa è la più grande vittoria della vita".

ADDIO AL CALCIO - "Sì, ci ho pensato. Non era la mia priorità. Vedere tuo figlio così ti porta a fare tante domande.. e non avevo risposte! Le priorità cambiano. Ora, però, dico che sono fortunato. Tutto quello che ho fatto l'ho fatto col cuore".