Ma sarebbe giusto affidarsi ancora una volta a chi in bianconero è già stato? Domanda complicata. La storia della Juve insegna che non esiste una regola. Trapattoni, che nel decennio 1976-86 aveva fatto la storia (sei scudetti e tutte le coppe), al ritorno non seppe ripetersi: non fu sufficiente la coppa Uefa del '93 a farlo diventare di nuovo un condottiero apprezzato e, un anno più tardi, l'avventura finì male. Lo sostituì Lippi, il quale riuscì a invertire la regola del Trap: non solo vinse tantissimo nel suo primo ciclo juventino (1994-99), ma non sbagliò neppure nel secondo, dal 2001 al 2004 (tutti i numeri nella nostra gallery dedicata).
La sensazione, però, è che lo strascico delle esperienze passate possa essere troppo ingombrante sia per Ancelotti che per Deschamps. Anche perché nella Juve, da allenatori, non hanno il passato trionfale, quasi leggendario che avevano il Trap degli anni Settanta e Ottanta e il Lippi dei Novanta. Carletto era addirittura odiato dai tifosi bianconeri, il francese era stimato in virtù delle vecchie battaglie da centrocampista (nella squadra di Lippi...) ma non ebbe modo di diventare protagonista in panchina.
Se la Juve deve cambiare, insomma, meglio che si rinnovi davvero. Di Lippi ce n'è stato uno, ma i ritorni hanno più rischi che certezze.
@steagresti