RITORNO AL PASSATO - Per Dybala, il ruolo del terminale offensivo è nuovo solo in bianconero. L'ha già fatto a Palermo, pur in un ambiente e sistema di gioco totalmente differenti. Alla Juve si è progressivamente allontanato dalla porta, tanto che spesso e sovente lo si vede in mezzo al campo a legare i reparti e provare a inventare. Il vizio del gol, però, non l'ha perso nemmeno al servizio della Vecchia Signora: sono 45 in 96 gare, quasi uno ogni due partite. Media impressionante, soprattutto se si considera che la squadra non gioca certo per lui, e accanto o davanti ha spesso un catalizzatore di gioco e palloni succulenti come Gonzalo Higuain.
A MODO SUO - Naturalmente, Dybala non è Higuain, quindi il ruolo non può essere interpretato allo stesso modo. Difficilmente potrebbe farlo nel 4-2-3-1, visti i compiti richiesti all'attaccante in quel modulo, mentre nel 4-3-3 può amalgamarsi benissimo con gli esterni, costituendo una variabile difficilmente controllabile per gli avversari. E che variabile, aggiungeremmo. Contro il Cagliari, con le dovute cautele, si è visto un assaggio di quello che Allegri ha in mente: un falso nueve, come direbbero in Spagna, in grado di attrarre i difensori per aprire spazio agli esterni, da lanciare poi con intuizioni da campione. E il 4-3-3, in questo modo, potrebbe essere molto più sostenibile da difesa e centrocampo, con Dybala equilibratore e inventore. Terminale offensivo atipico, ma sempre efficace. Allegri ha le idee chiare.
@Edosiddi