commenta
Come annunciato nella conferenza stampa a sorpresa di questo pomeriggio, il presidente della Juventus Andrea Agnelli è stato deferito a causa dei presunti rapporti con esponenti della criminalità organizzata. Il numero uno bianconero, tuttavia, ha deciso di non farsi da parte (LEGGI qui) ribadendo l'estraneità dei fatti del club di Corso Galileo Ferraris. La Procura Federale ha reso note le motivazioni del deferimento di Agnelli ed altri dirigenti bianconeri. La Procura scrive che il deferimento è avvenuto perché “tesserati, dirigenti e dipendenti della Juventus di intrattenere rapporti costanti e duraturi con i cosiddetti "gruppi ultras", anche per il tramite e con il contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata oltre che per la violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità e dell'obbligo di osservanza delle norme e degli atti federali. Nel periodo che va dalla stagione sportiva 2011-12 a quantomeno tutta la stagione sportiva 2015-16, con il dichiarato intento di mantenere l'ordine pubblico nei settori dello stadio occupati dai tifosi "ultras" al fine di evitare alla Società da lui presieduta pesanti e ricorrenti ammende e/o sanzioni di natura sportiva, non impediva a tesserati, dirigenti e dipendenti della Juventus di intrattenere rapporti costanti e duraturi con i cosiddetti "gruppi ultras", anche per il tramite e con il contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata, autorizzando la fornitura agli stessi di dotazioni di biglietti e abbonamenti in numero superiore al consentito, anche a credito e senza previa presentazione dei documenti di identità dei presunti titolari, così violando disposizioni di norme di pubblica sicurezza sulla cessione dei tagliandi per assistere a manifestazioni sportive e favorendo, consapevolmente, il fenomeno del bagarinaggio”

Agnelli è accusato di aver “partecipato personalmente, inoltre, in alcune occasioni, a incontri con esponenti della malavita organizzata e della tifoseria "ultras", assecondando, in occasione della gara Juventus-Torino del 23 febbraio 2014, l'introduzione all'interno dell'impianto sportivo, ad opera dell'addetto alla sicurezza della Società D'Angelo, di materiale pirotecnico vietato e di striscioni rappresentanti contenuti non consentiti al fine di compiacere e acquisire la benevolenza dei tifosi "ultras". Insieme al presidente della Juventus, sono stati deferiti Francesco Calvo, all'epoca dei fatti tesserato quale Dirigente Direttore Commerciale del club, Alessandro Nicola D'Angelo, all'epoca dei fatti dipendente addetto alla sicurezza (Security Manager) e Stefano Merulla, all'epoca dipendente responsabile del ticket office della Juventus. Ai tre viene contestato il fatto di aver intrattenuto rapporti con i gruppi ultras «e con il contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata”.